Il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha approvato la relazione al Parlamento sulla app Immuni, selezionata dal governo per gestire il tracciamento dei potenziali soggetti positivi al Covid-19 durante la fase 2 dell’emergenza coronavirus. E il Ministero dell’Innovazione ha intanto pubblicato una raccolta di documenti, aggiornamenti e chiarimenti relativi alla App soluzione tecnologica scelta al termine della Call “Innova per l’Italia” al fine di contribuire al contenimento della pandemia da Coronaviurs.
La App potrà essere scaricare liberamente da parte dei cittadini e, attraverso un meccanismo di digital contact tracing, sarà in grado di preservare la privacy e la sicurezza dei dati. Una sezione di FAQ, inoltre, illustra vari aspetti dell’Applicazione chiarendo in primis l’utilità del sistema di tracciamento di prossimità: allertare l’utente quando questo è stato esposto a un utente potenzialmente contagioso, anche quando asintomatico o con sintomi lievi.
Il sistema è basato sul Bluetooth Low Energy e non utilizza dati di geolocalizzazione, inclusi quelli del GPS. Gli spostamenti degli utenti non vengono tracciati e non vengono raccolti dati identificativi personali, come nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o indirizzo email. In sostanza, Immuni è in grado di monitorare se il contatto fra due utenti è avvenuto, ma non segnalerà chi siano effettivamente i due utenti coinvolti.
Per quanto riguarda la privacy, Immuni non permetterà che i dati non lasciano lo smartphone dell’utente, se non nel caso in cui si dovesse risultare positivi al Covid-19 in seguito a un esame specifico (sarebbe sempre l’utente a decidere). I dati salvati sul device, infatti, sono criptati e saranno cancellati entro il 31 dicembre 2020. Immuni, inoltre, non condivide i dati con altri siti o App.
Come funziona Immuni
Il funzionamento di Immuni segue alcuni step fondamentali:
- l’utente A e l’utente B installano la App e il loro smartphone emette continuativamente un segnale Bluetooth Low Energy che include un identificativo di prossimità. Quando A si avvicina a B, gli smartphone registrano nella propria memoria l’identificativo di prossimità dell’altro tenendo traccia di quel contatto, includa durata e distanza;
- qualora l’utente B risulti positivo al Covid-19, ad esempio, con l’aiuto di un operatore sanitario potrà caricare su un server delle chiavi crittografiche dalle quali trarre il suo identificativo di prossimità;
- la App scarica periodicamente dal server le nuove chiavi caricate dagli utenti che sono risultati positivi al virus, estrapolando i loro identificativi di prossimità e controllando se qualcuno degli identificativi corrisponde a quelli registrati nella memoria dello smartphone nei giorni precedenti. Qualora la App dell’utente A dovesse trovare l’identificativo casuale di B, verificherà se la durata e la distanza del contatto siano state tali da aver potuto causare un contagio. In questo caso allerterà A.
Per quanto concerne l’utilità di Immuni, il Ministero dell’Innovazione chiarisce che l’iniziativa non dovrà ritenersi inefficace anche nel caso in cui la App venga scaricata da un numero insufficiente di persone:
Sappiamo che più persone usano Immuni, più l’app può essere efficace nell’aiutarci a limitare la diffusione del Covid-19 e ad accelerare il ritorno alla normalità. Tuttavia, anche se Immuni si rivelasse uno strumento insufficiente a contenere l’epidemia in maniera definitiva, potrebbe comunque contribuire a rallentarla, specialmente in combinazione alle altre misure implementate dal governo. Il rallentamento ottenuto, in ogni caso, contribuirebbe a limitare la pressione sul Servizio Sanitario Nazionale, permettendo l’accesso alle cure da parte di più pazienti.
Le modalità di funzionamento dell’app di tracciamento saranno oggetto di un decreto legge apposito, sottoposto al parere del Parlamento.