Il mondo delle criptovalute sta vivendo un momento di fermento, a tratti di euforia. Il recente aumento del prezzo di Bitcoin ed una serie di altri fattori chiave, come l’avvicinarsi del prossimo halving, hanno scatenato una lunga serie di previsioni finanziarie formulate da analisti e trader di tutto il mondo. Tra (presunti) esorbitanti aumenti di prezzo e improbabili nuovi record, gli utenti ed i curiosi del settore appaiono sempre più confusi. Chiunque abbia già vissuto questo tipo di situazione in altri momenti della storia delle criptovalute non può che consigliare cauto ottimismo. L’entusiasmo relativo ai mercati finanziari può essere eccitante, ma anche pericoloso.
In questo clima di crescente hype, diverse aziende e istituzioni hanno annunciato interessanti novità.
Economia & Finanza
Deutsche Bank, colosso bancario tedesco il quale aveva precedentemente dichiarato che le criptovalute avrebbero rimpiazzato il denaro fiat entro il 2030, ha ora dichiarato che i contanti “rimarranno in circolazione per parecchio tempo.” In uno studio intitolato “Il Futuro dei Pagamenti“, condotto da Deutsche Bank Research (divisione della banca dedicata alla ricerca), l’istituzione tenta di prevedere il futuro del denaro contante.
Da una parte Deutsche Bank esprime fiducia nel fatto che i contanti rimarranno nel breve termine il metodo di pagamento di gran lunga più popolare, dall’altra sottolinea l’importanza crescente della rivoluzione digitale nel settore dei pagamenti:
In questo rapporto sosteniamo che la scomparsa in tempi brevi del denaro contante è altamente improbabile. Tuttavia, negli ultimi dieci anni è stata avviata una vera e propria rivoluzione dei pagamenti digitali. Il contante sta perdendo terreno come metodo di pagamento.
Svariati Paesi hanno recentemente rimosso banconote di valore superiore ai 100$ e implementato politiche per rimpiazzare i metodi di pagamento tradizionali con soluzioni digitali. In questo periodo di cambiamento, le criptovalute non sovrane rappresentano una minaccia per la stabilità politica e finanziaria.”
Nell’ambito della propria ricerca Deutsche Bank ha anche condotto un sondaggio, svelando che circa un terzo delle persone nei Paesi sviluppati preferisce effettuare acquisti in contanti, e che oltre il 50% è certo che il denaro fisico non scomparirà mai.
La banca ha inoltre scoperto che la popolazione tedesca detiene in media il più alto tasso di contante tra le economie avanzate, e si prevede un aumento di questo valore nei prossimi sei mesi.
Altre interessanti novità arrivano dal comune di Zermatt che è ora la seconda città Svizzera in cui i contribuenti sono ufficialmente autorizzati a pagare le loro tasse in Bitcoin (BTC). Per sbloccare la nuova opzione di pagamento fiscale, le autorità locali hanno stretto una partnership con la nota società di servizi finanziari Bitcoin Suisse: una nota ufficiale del 28 gennaio scorso ha confermato la possibilità di versare in Bitcoin tasse e transazioni locali.
Grazie alla collaborazione con Bitcoin Suisse, infatti , le autorità di Zermatt sono ora in grado di convertire i Bitcoin dei contribuenti in franchi svizzeri attraverso Bitcoin Suisse, che trasferisce quindi l’importo in valuta fiat sul conto bancario del comune.
Nello specifico, i contribuenti locali saranno in grado di pagare le proprie tasse in Bitcoin tramite un PoS installato nel municipio di Zermatt o un portale di pagamento online. Tuttavia, dovranno fare richiesta direttamente all’Ufficio delle imposte di Zermatt.
Romy Biner-Hauser, sindaco di Zermatt, ha sottolineato che la nuova opzione di pagamento mira a soddisfare la crescente domanda di pagamenti fiscali basati su Bitcoin:
Lo spirito di innovazione è sempre stato parte integrante del marchio di fabbrica di Zermatt, ed è per questo che supportiamo i residenti fornendo loro le soluzioni di cui hanno bisogno.
Ricordiamo che è stata Zugo la prima città in Svizzera ad accettare pagamenti in Bitcoin fin dal 2016. Come riportato da Cointelegraph, la capitale della “Crypto Valley” elvetica ha cominciato ad accettare pagamenti in Bitcoin per alcuni servizi municipali nel maggio di quell’anno.
Anche Libra, la “criptovaluta” di Facebook, è tornata a fare notizia. L’Amministratore Delegato di Mastercard Ajay Banga ha spiegato le sue preoccupazioni su Libra in un’intervista del 3 febbraio al Financial Times accusando il progetto per la sua mancanza di trasparenza, sostenendo che i sistemi di pagamento nazionali sono “davvero stupidi”.
Mastercard era uno dei membri fondatori dell’associazione Libra, insieme a Visa, PayPal e Stripe. Tutti e quattro hanno lasciato l’organizzazione nell’ottobre del 2019, senza una spiegazione adeguata, anche se secondo i rumor la ragione principale era la paura di scontrarsi con i regolatori.
Il tema della conformità sembra essere stato la causa principale dell’improvvisa decisione. I membri chiave dell’associazione si sarebbero rifiutati di impegnarsi a “non fare nulla che non sia pienamente conforme alle leggi locali”. In particolare, Banga ha sottolineato i problemi legati alle normative antiriciclaggio, know your customer e sulla gestione dei dati.
Un’altra preoccupazione era il modello di business di Libra. L’associazione non chiarisce da dove arriverebbero i suoi profitti e, secondo Bagna, “quando non capisci come vengono fatti i soldi, vengono fatti in modi che non ti piacciono”.
Infine, il CEO di Mastercard ha osservato alcune incongruenze nel modo in cui Libra si è presentata. Anche se si posiziona come uno strumento di inclusione finanziaria, l’uso del wallet proprietario Calibra “non gli sembra appropriato”:
Per l’inclusione finanziaria, il governo deve pagarti in questa valuta, devi riceverla come uno strumento che puoi capire e devi essere in grado di utilizzarla per acquistare riso e biciclette. Se vieni pagato in Libra [moneta] […] che va in Calibra, che converti di nuovo in sterline per comprare riso, non capisco come funziona.
Tuttavia, Banga sembra apprezzare l’idea di una valuta globale.
Tecnologia
La nota casa automobilistica Mercedes Benz e la startup Blockchain Circulor stanno lanciando un progetto pilota per tracciare le emissioni di carbonio nella catena di approvvigionamento del cobalto. Secondo un comunicato stampa del 30 gennaio, il progetto di Mercedes e Circulor rientra nell’ambito dell’iniziativa Startup Autobahn, volta a identificare le automobili di prossima generazione.
Le aziende implementeranno la blockchain per tracciare le emissioni di gas rilevanti per il clima e la quantità di materiali riciclati lungo le complesse supply chain dei produttori di batterie. Mercedes intende utilizzare i dati raccolti durante questo pilota per sviluppare la sua nuova flotta di autovetture a emissioni zero.
Il progetto si concentrerà inizialmente sulle forniture del cobalto, che di recente hanno sollevato diverse questioni etiche relative alla loro provenienza. Il cobalto è un minerale chiave per la produzione di batterie agli ioni di litio, e la maggior parte della produzione proviene dalla Repubblica Democratica del Congo, una regione criticata per le sue condizioni non etiche di estrazione. Nel 2017, le Nazioni Unite hanno stimato che 168 milioni di bambini in tutto il mondo venivano sfruttati a fini lavorativi, di cui circa 40.000 solo nelle miniere di cobalto nella RDC. Ciò significa che è particolarmente importante per le aziende sapere da dove provengono i materiali per i suoi prodotti.
Un programma pilota basato su blockchain mapperà il flusso di produzione di questi materiali e le relative emissioni di carbonio, oltre a registrare la quantità di materiale riciclato utilizzato nella supply chain. Ciò aiuterà Mercedes a stabilire se le sue aziende partner rispettano o meno i suoi requisiti di sostenibilità, soprattutto per quanto concerne i diritti umani.
Mercedes non è la prima compagnia nel settore dei motori ad implementare la tecnologia blockchain per questioni come la sostenibilità e l’approvvigionamento etico dei prodotti. Anche Volvo ha stretto una collaborazione con Circulor per tracciare le materie prime attraverso la supply chain fino al produttore della batteria.
Secondo quanto riportato da Reuters il 28 gennaio, Saudi Aramco, la compagnia petrolifera statale dell’Arabia Saudita, ha invece investito in Vakt, una società di trading petrolifero basato su blockchain. Energy Ventures, divisione di Saudi Aramco, ha acquistato 5 milioni di dollari in azioni, secondo un comunicato stampa di Vakt. L’investimento verrà utilizzato per lo sviluppo della piattaforma, con particolare attenzione all’espansione nel mercato asiatico.
Oltre agli investimenti, la divisione commerciale del conglomerato petrolifero Aramco Trading utilizzerà la Vakt. La piattaforma è attualmente attiva nei mercati del greggio del Mare del Nord di Brent, Quaranta, Oseberg, Ekofisk e Troll, dove risulta avere una quota di mercato elevata. Aramco Trading aggiungerà i suoi volumi di trading alla piattaforma basata su blockchain.
La piattaforma Vakt si concentra sull’elaborazione post-trade delle transazioni di energia fisica. Offre un processo continuo dall’entrata commerciale al regolamento, eliminando i processi cartacei e le pratiche contabili manuali. Hans Middelthon, amministratore delegato di SAEV Europe, ha dichiarato: “VAKT ha dimostrato che la loro piattaforma ha il potenziale per digitalizzare quello che attualmente è un processo molto manuale.”
Secondo Vakt, l’uso della blockchain garantisce una “singola fonte di verità” sia per gli acquirenti che per i venditori, che viene memorizzata su un registro immutabile e distribuito.