Secondo una ricerca ricerca condotta da ImmuniWeb, solo l’85% delle applicazioni di mobile banking ha superato il test di conformità al GDPR (regolamento UE a tutela della privacy), con 97 delle 100 principali banche al mondo sono esposte al rischio di furto di dati sensibili da parte degli hacker.
E se 25 app di istituti bancari non sono protette da un web application firewall (WAF), 7 contengono vulnerabilità conosciute mentre il 20% contiene almeno una vulnerabilità ad alto rischio dal punto di vista della sicurezza.
=> La banca in tasca, tutti i servizi e le app
La protezione dei dati rappresenta una delle principali sfide per le banche, non solo per rispondere alle misure imposte dal regolamento europeo ma anche per andare incontro alle richieste della clientela, come spiega il presidente di Federprivacy, Nicola Bernardi:
“Oggi le persone possono svolgere comodamente dal proprio pc e anche dallo smartphone molte di quelle operazioni che in passato richiedevano spesso lunghe file presso sportelli e uffici. D’altra parte,
gli utenti hanno bisogno di capire di quali siti web possono veramente fidarsi, specialmente se devono fornire i loro dati per effettuare pagamenti online.
=> Mobile app: funzionalità per aziende
Non è quindi un caso che la maggior parte delle richieste per ottenere il marchio “Privacy Ok“ ci stiano pervenendo dal mondo finanziario, e sono oltre trenta i siti e le app di banche e istituti di credito che dovremo esaminare nei prossimi mesi per valutare quali sono idonei per ottenerlo”.
Il marchio viene concesso alle aziende e agli enti che aderiscono a un codice di condotta ad hoc, rappresentando soprattutto uno strumento concreto per fare in modo che gli utenti valutino rapidamente il livello di affidabilità del sito.