È in atto un processo di trasformazione, una profonda metamorfosi che sta interessando il mercato PC: stiamo assistendo a una costante flessione della quota riservata a soluzioni desktop e notebook tradizionali, mentre il market share di convertibili e detachable fa registrare un incremento a doppia cifra su base annua. È la logica conseguenza di un’evoluzione che riguarda da vicino il modo di lavorare, di collaborare, di comunicare.
Nuove esigenze, nuovi strumenti
Cambiano le esigenze, cambiano le modalità di accesso e fruizione dei servizi, cambia dunque anche la natura degli strumenti che utilizziamo per farlo. È quanto emerge dall’incontro “Let’s make the difference together” organizzato da Lenovo e rivolto al canale di vendita, l’occasione per osservare attraverso gli occhi degli addetti ai lavori in che direzione si sta muovendo il settore, quali sono i trend innescati e dove porteranno.
Partiamo dai numeri: il mercato ha registrato un -10,8% in dodici mesi nei segmenti desktop e notebook. Un decremento che si riferisce al volume di unità vendute, ma non al loro valore: gli utili sono infatti quasi stabili (-1,4%). Ciò significa che si vendono meno prodotti, ma di maggior valore. Se ne deduce che le aziende, i professionisti e più in generale l’intero bacino di utenti è disposto ad affrontare una spesa più elevata a fronte di un prodotto valido, affidabile e durevole. Segno estremamente positivo invece per i già citati convertibili e detachable, che arrivano addirittura al +37,9%.
Si tratta di device dal design e dalle caratteristiche profondamente ispirate e influenzate dall’universo mobile: alla tastiera fisica si affianca un pannello touch, lo schermo ruota per assumere la configurazione di un tablet, i pennini consentono di scrivere a mano libera sul display. Bene anche le workstation (+16%), mentre gli all-in-one scendono del 4,3%. Restando in campo hardware, i dischi SSD toccano addirittura il +42%, a testimonianza di come le performance siano oggigiorno una priorità assoluta.
L’evoluzione del PC
Nel 2020 quasi la metà della forza lavoro sarà costituita da millennials, da nativi digitali che porteranno all’interno della loro attività quotidiana le competenze acquisite vivendo a stretto contatto con l’universo mobile e con i social. È un trend che le aziende non possono e non devono ignorare, da interpretare come un valore aggiunto da abilitare e supportare. Ecco perché sarà sempre più avvertita l’esigenza di mettere a disposizione di dipendenti e collaboratori soluzioni in linea con la filosofia Smart Office.
Termini come BYOD (Bring Your Own Device), CYOD (Choose Your Own Device) e COPE (Corporate-Owned, Personally Enabled) entreranno nel lessico delle realtà professionali. Il lavoro si farà sempre più agile, grazie anche a quanto offerto dai tool di collaborazione e comunicazione basati sulle potenzialità della grande Rete e del cloud. Non a caso Lenovo di recente ha deciso di portare la flessibilità del brand Yoga nella gamma ThinkPad rivolta al business.
Stiamo entrando nell’era del PC as a Service, dove il device così come l’abbiamo conosciuto e inteso per decenni continuerà a svolgere un compito fondamentale, ma assumerà al tempo stesso il ruolo di ponte d’accesso a servizi e soluzioni. Si pensi ai tool di realtà virtuale, realtà aumentata e mixed reality, che per forza di cose necessitano di una notevole potenza di calcolo per supportare nuove modalità di interazione. Già il concetto stesso di cloud è da alcuni ritenuto obsoleto e gli addetti ai lavori iniziano a parlare sempre più di cloud ibrido. È una metamorfosi in atto, rapida e inarrestabile.
Lenovo guarda al futuro puntando sulla storica solidità di brand come ThinkPad o Motorola e al tempo stesso avvantaggiandosi della sua relativa giovinezza (prima del 2003 era Legend) per continuare a innovare laddove alcuni competitor sono invece impegnati a difendere il fortino delle loro tecnologie proprietarie. Un mix che raccoglie un’eredità importante, ma senza subirne il peso. Il focus sul mercato italiano con la ricostruzione del canale di vendita attuata nel corso dell’ultimo anno e la centralizzazione nel nostro paese del supporto ai clienti inizia a portare i risultati sperati. La scelta di puntare su sponsor nostrani come Ferrari e Ducati ne sono un’ennesima testimonianza.
Tutto questo senza dimenticare l’impegno dell’ambito Educational dove si stanno formando i professionisti di domani.