Con l’approvazione della Manovra Finanziaria l’aumento dell’IVA al 21% è stato immediatamente applicato. Alcuni imprenditori avevano profetizzato che gli aumenti avrebbero potuto essere in parte assorbiti dalle grandi catene di distribuzione per non indebolire un mercato già fiacco a causa della crisi economica.
E’ andata effettivamente così oppure gli aumenti di prezzo ci sono stati e magari con arrotondamenti sospetti? La risposta è sostanzialmente una via di mezzo.
Ci sono stati effettivamente alcuni adeguamenti sin da subito, anche da chi forse non ci si aspettava, ma fortunatamente non da tutta la categoria. Vediamo nel dettaglio alcuni casi.
Apple ha velocemente alzato i prezzi dei suoi prodotti adeguandosi alla nuova IVA, ma era facile da immaginare conoscendo le sue politiche commerciali.
I rincari sono stati di 3-6 euro di medi. Per fare un veloce esempio, un iPhone 4 da 16 GB è passato da 659 euro a 664,50 euro.
Ma se da Apple ci si aspettava una mossa simile.
Vodafone ha dichiarato che qualunque eventuale adeguamento dei prezzi per i piani ricaricabili e abbonamenti verrà comunicato a tutti i clienti attraverso il sito.
Sul fronte degli altri gestori di telefonia mobile, TIM ha subito dichiarato il contrario, ossia prezzi bloccati.
Per quanto riguarda la grande distribuzione, la situazione è variegata. Su questo fronte c’è stata anche una certa confusione, perché in più casi si è assistito a discrepanze di prezzo tra listini esposti e costi finali fatti pagare alla casse.
Si sono segnalati purtroppo anche i furbetti, che hanno tentato di applicare arrotondamenti verso l’alto eccessivi, ma fortunatamente sono stati una netta minoranza.