Alzi la mano chi non si è mai trovato a dover fare i conti con una situazione dove, nel corso di una conversazione di lavoro piuttosto che nella fase di chiusura di un importante documento, la batteria del relativo telefono cellulare o notebook ha esalato l’ultimo respiro.
Vuoi per il normale decadimento dei componenti, vuoi per la difficoltà della ricarica o per un impiego superiore alla media, più o meno a tutti almeno una volta è capitato di trovarsi a rimpiangere una batteria più potente.
Nonostante i progressi effettuati dalla tecnologia del settore infatti, gli attuali accumulatori si rivelano spesso insufficienti per la “fame” energetica dei moderni dispositivi, soprattutto quando connessi a Internet via Wi-Fi.
Tutto questo però potrebbe presto sembrare preistoria. Secondo quanto affermato dai laboratori di ricerca dell’Aeronautica degli Stati Uniti, sarebbero ormai in dirittura d’arrivo gli studi per assicurare alle batterie di nuova generazione una durata addirittura nell’ordine di 30 anni.
Ad assicurare tale riserva di energia a prova di qualsiasi avventura lontana dal mondo civile, le celle chiamate betavoltaiche che, come precisano i diretti interessati, non ha niente a che vedere con la tecnologia nucleare comunemente intesa e che sarebbe quindi decisamente più sicura.
Senza entrare nei dettagli del processo, viene sfruttato un fenomeno fisico già noto e grazie al quale si riesce a produrre l’energia elettrica attraverso le radiazioni beta emesse da un isotopo radioattivo. Si tratta di una reazione che non produce calore e permetterebbe quindi anche una sensibile riduzione nelle dimensioni delle batterie.
Come spesso capita, probabilmente al momento buono la realtà si presenterà diversa e un po’ meno eclatante, ma le premesse per un incremento dell’autonomia – tale da non destare preoccupazioni per qualche giorno anche ai notebook più potenti – non sembrano mancare.