In Italia la formazione del manager è affidata alla Rete. Secondo quanto emerso, infatti, lo scorso anno nel corso dell’appuntamento “Più libri più liberi” tenuto dall’Aie (Associazione Italiana Editori) al Palazzo dei Congressi dell’Eur, l’Italia è al terz’ultimo posto in Europa per formazione dei dipendenti e i dirigenti leggono poco nel tempo libero e frequentano ancora meno corsi di formazione.
In base alle elaborazioni dei dati Istat dell’Ufficio studi dell’Aie, oltre il 40% dei dirigenti, imprenditori, liberi professionisti e direttivi «non legge un solo libro all’anno nel tempo libero». E la lettura per la ragioni professionali? Non va certo meglio, tanto da essere diminuita del 16,5% tra 2000 e 2006.
Alle lezioni di formazione in aula, i manager preferiscono Internet. Mentre infatti solo uno su tre partecipa a corsi di aggiornamento, circa il 56% ha fatto ricerche di materiale online nell’ambito del corso che stava frequentando e il 43% ha reperito libri o articoli sul Web. L’analisi del fenomeno impone necessari spunti di riflessione legati alle varie problematiche connesse a questa pratica. Il mancato rispetto del diritto d’autore, ad esempio, che sottrae alla case editrici una larga fetta del fatturato che invece potrebbe essere impiegata per investire sui prodotti per la formazione.
A proposito di libri e aggiornamento una menzione particolare va dedicata all’opera “Manager 2.0”, di Dario Banfi e Lucio Miranda edito dalla casa editrice Apogeo/Feltrinelli, con la prefazione di Claudio Pasini, presidente di Manageritalia.
Gli autori, per presentare gl intenti del libro, partono proprio dalla constatazione che nelle piccole e medie imprese, che in Italia rappresentano circa il 95% del tessuto produttivo, i manager, pur ricoprendo ruoli importanti sono spesso poco seguiti nei percorsi di aggiornamento.
Sia loro che i dirigenti delle grandi imprese hanno dunque in comune la necessità di rinforzare la propria posizione lavorativa attraverso il consolidamento costante di conoscenze e competenze. Quest’urgenza si avverte più forte in primo luogo sul fronte dell’innovazione e nell’uso delle tecnologie. Al di là delle soluzioni specifiche che si innestano nei processi produttivi tipici di ogni impresa esistono infatti tecnologie di base che un manager dovrebbe possedere e conoscere fino in fondo per essere padrone di strumenti di lavoro efficaci ed efficienti.
Il libro racconta quali siano le tecnologie digitali di base e quelle avanzate indispensabili oggi per l’attività di manager. “Manager 2.0” elenca tutte quelle soluzioni che consentono di tenere traccia di clienti e fornitori, usare correttamente ed efficacemente la posta elettronica, effettuare pagamenti online, archiviare dati professionali, comunicare, risparmiare tempo e denaro. Il punto di partenza sono gli strumenti di nuova generazione e soprattutto Internet con i suoi innumerevoli strumenti: dall’e-learning ai dizionari, dai glossari ai traduttori.
Un vademecum insomma che intende fornire una visione organica delle diverse opportunità a disposizione del manager per la risoluzione delle problematiche lavorative di ogni giorno e basato sul principio di fondo che la tecnologia può rendere il dirigente ancora più libero di esprimersi individualmente.