Quando il netbook è meglio del notebook

di Patrizia Godi

Pubblicato 8 Giugno 2009
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:57

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I netbook stanno riscuotendo successo presso gli utenti business per le loro dimensioni, la buona autonomia e la capacità di far girare le applicazioni di office automation

Secondo una ricerca condotta da PriceGrabber.com-Experian sul mercato statunitense, ormai ogni cinque portatili venduti uno è un netbook. Questa categoria di computer, definibile in base a parametri specifici (schermo inferiore a 11 pollici, processore a basso consumo energetico e costo complessivo generalmente inferiore ai 500 euro), è stata lanciata all’inizio del 2008 dal produttore taiwanese Asus e, grazie alle dimensioni e al peso ridotto, ben si adatta a un utilizzo essenziale in mobilità, come il controllo della posta elettronica, la navigazione in Internet e l’uso di applicazioni Web. Insomma, un dispositivo a metà strada tra smartphone e Pc portatile, piccolo, performante e connesso al Web che sembra aver conquistato i quarantenni americani ed europei.

Infatti, secondo PriceGrabber.com negli Stati Uniti, che sono il mercato di punta dei netbook, attualmente i principali acquirenti di questi prodotti sono nella fascia d’età compresa tra i 35 e i 54 anni (quasi il 53% del totale), mentre i giovani tra 18 e 24 anni sono appena il 2%. La funzione dei netbook non è tanto di sostituzione del parco-macchine esistente (il 91% degli acquirenti possiede infatti un portatile tradizionale, mentre l’87% possiede un desktop), quanto quella di soddisfare l’esigenza d’uso in estrema mobilità. Non va però sottovalutato il fatto che secondo il 57% degli utenti intervistati anche il basso costo è un fattore molto interessante.

In realtà, il prezzo relativamente basso, con cifre che oggi vanno che vanno da 200 euro a 500 euro, in Italia è stato il principale fattore che ha trainato le vendite di questi prodotti. Un altro elemento che ha giocato un ruolo importante è la portabilità. Non va infatti dimenticato che la maggior parte dei netbook pesa meno di 1,3 kg, con appena qualche modello con peso superiore a 1,5 kg. Solo qualche anno fa, si avrebbe dovuto pagare 2.000 euro o più per ottenere un portatile da 10 pollici con un peso inferiore ai 2 kg. Oggi è invece possibile trovarne uno per circa 400 euro.

Intendiamoci, quelli da 2.000 euro esistono ancora, ma sono tutta un’altra categoria di prodotto. Però solitamente sono acquistati solo per la loro portabilità e per essere poi usati per controllare la posta elettronica o scrivere dei documenti mentre si è in viaggio: in pratica per gli stessi impieghi per cui nascono i netbook.

Le prestazioni offerte sono più che adeguate alla navigazione in Internet, a gestire la posta elettronica e a svolgere tutte le consuete attività di office automation, come l’elaborazione di testi o i calcoli con i fogli elettronici. Va poi ricordato che gli ultimi modelli di netbook impiegano batterie in grado di fornire un’autonomia di 7-8 ore di utilizzo ininterrotto. E sono in fase di sperimentazione prodotti in grado di superare le 10 ore.

Oltre alle batterie, anche il software che equipaggia i netbook promette di evolvere. Phoenix Technologies, una delle più note società che sviluppa BIOS, il sistema che si occupa dell’avvio dei computer Windows, sta realizzando un sistema operativo a bassa potenza chiamato Pc 3.0. Si tratta di un sistema che si esegue in parallelo a Windows e che consente l’avvio immediato del netbook per svolgere diverse funzioni collegate a Internet senza dover per forza far partire lo stesso Windows. Tra le funzioni che Phoenix Technologies promette saranno presenti in Pc 3.0 troviamo browser Internet, telefonia, email, instant messaging e multimedia player.