Si chiama Bicycle Charger Kit, è stato pensato per i mercati emergenti, ma è molto utile per chiunque vada spesso in bicicletta. Il prodotto è firmato da Nokia ed è un carica batterie per telefonini che si alimenta pedalando.
Il funzionamento è semplicissimo. C’è una sorta di custodia che consente di fissare il telefonino al manubrio della bicicletta, e una dinamo che si posiziona invece sulla ruota e ne sfrutta il movimento per produrre elettricità, che viene trasmessa al caricatore. È lo stesso identico meccanismo che le care vecchie biciclette hanno sempre usato, per esempio, per accendere i fanalini. Nessuna invenzione, dunque, semplicemente un comodo dispositivo che ha il vantaggio di essere ecologico.
«Le biciclette sono il più diffuso mezzo di trasporto in molti mercati del mondo», spiega Alex Lambeek, vicepresidente del colosso finlandese, secondo cui il carica batterie per le due ruote è un’ottima soluzione sia «per coloro che lo useranno per ovviare al difficile accesso all’anergia elettrica» sia per coloro che amano fare scelte responsabili nei confronti dell’ambiente.
Il caricatore è compatibile con tutti i telefonini Nokia che hanno il jack da due millimetri (l’ingresso presente sulla maggioranza dei cellulari). Il sistema si avvia quando si raggiunge la velocità di sei chilometri all’ora. Pedalando 10 minuti al giorno a dieci chilometri all’ora si genera in media una carica di 30 minuti di comunicazione, o a 37 ore in modalità stand by. Si tratta di valori medi, perché, a seconda del tipo di batteria del telefono, possono esserci delle differenze. La velocità di ricarica aumenta con quella della bicicletta.
In vendita entro la fine dell’anno nei negozi e online, costerà circa 18 dollari, 15 euro. Il prodotto, che non a caso è stato presentato a Nairobi, in Kenya, è una delle innovazioni che i produttori pensano per i mercati emergenti. Non si tratta di una novità assoluta sul mercato: Motorola ne ha presentato uno analogo al Consumer Electronics Show del 2007, lo stesso anno in cui la californiana Dahon ha lanciato il suo Biologic FreeCharge. Ed esistono altre soluzioni per i cellulari o per altri dispositivi mobili che permettono la ricarica in modo ecologicamente corretto, oppure la rendono possibile quando non si dispone di una presa elettrica.
Ci sono i telefonini che si ricaricano a energia solare, per esempio (per restare in Africa), quelli della Safaricom, o della cinese Zte Corp, ma ci sono anche analoghi dispositivi firmati da Samsung o Lg, piuttosto che i carica batteria sempre a energia solare, sia pensati per specifici prodotti sia universali. Spesso, anzi quasi sempre, si tratta di innovazioni destinate ai mercati emergenti, a conferma forse che la necessità aguzza l’ingengo. Un altro esempio può essere quello dell’indiana Ideaforge Tecnology, che per i telefonini ha inventato una batteria meccanica a carica manuale.