Le Bourget, gli aerei del futuro

di Barbara Weisz

Pubblicato 20 Giugno 2011
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:56

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Eads presenta lo Zhest, il Concorde nel futuro. Airbus svela il concept cabin, trasparente e green. A Parigi al via l'Airshow di Le Bourget

Come voleremo nel 2050. Il gigante europeo dei cieli, Eads, ha reso noti due progetti tutti dedicati all’industria aeronautica del futuro. Nei giorni scorsi la controllata Airbus ha presentato il Concept Cabin, un velivolo completamente trasparente. E oggi, in apertura dell’Airshow di Parigi Le Bourget, il concept di Eads Innovation work: si chiama Zehst, che significa zero emission hypersonic transportation, è aspira ad essere l’erede del Concorde, collegando Parigi e New York in un’ora e mezza. Si tratta, in entrambi i casi, di progetti che nelle previsioni andranno realizzati entro il 2050.

Partiamo dallo Zhest. È il primo progetto di aereo iper-sonico (che supera la barriera del suono) realizzato dopo che, nel 2003, il Concorde ha smesso di volare. Al Salone di Le Bourget (che è aperto al pubblico da oggi al 26 giugno), davanti al presidente francese Nicholas Sarkozy, è stato svelato un modellino in scala (quattro metri di lunghezza invece degli 80 reali) di questo avvenieristico aereo, velocissimo ed ecologico.

Pensato per trasportare 100 passeggeri, raggio d’azione 10mila chilometri a velocità di crociera Mach 4 (4800 all’ora), che significa Parigi-New York in 90 minuti ma anche Parigi Tokyo in due ore e mezza (oggi ce ne vogliono più di 11). In realtà non è un semplice progetto, spiega il dirigente Jean Botti, «ci lavoriamo da cinque anni in collaborazione con i giapponesi» e oggi viene presentato ufficialmente perchè «siamo sicuri della realizzabilità tecnica e soprattutto economica».

Al passeggero un volo su questo super jet costerà circa 8mila euro andata e ritorno (più o meno, il prezzo del “vecchio” Concorde), con la differenza che però lo Zhest consumerà meno e sarà più silenzioso. Il velivolo avrà turboreattori alimentati da biocarburanti ricavati dalle alghe per il decollo, tre razzi a idrogeno e ossigeno per l’ascensione (fino a 32 km sul livello del mare, contro i 18 del Concorde e gli 11 degli aerei attuali), e altri due reattori per il volo di crociera, poco sopra l’atmosfera terrestre. La tempistica: nel 2020 avverrà un volo di prova senza pilota, nel 2030 il primo collaudo con uomini a bordo, nel 2050 dovrebbe iniziare il servizio commerciale vero e proprio.

È lo stesso anno in cui si prevede il debutto nei cieli dell’altro progetto presentato in questi giorni, il Concept Cabin di Airbus (che lo scorso anno ha presentato il Concept Plane del futuro). Anche qui, tecnoloogie green per minimizzare l’impatto ambientale e l’impressione di entrare un pò nella fantascienza. La fusoliera, per la gioia di chi soffre di vertigini, è completamente trasparente. E viene rivoluzionato il concetto del viaggio: non più la classe turistica, la business, la prima, ma uno spazio suddiviso per aree tematiche. A bordo ci saranno zone dedicate al relax, a chi deve lavorarare, al ristoro e alla socializzazione.

Per fare alcuni esempi si potrà fare una teleconferenza, piuttosto che giocare a golf in un campo digitale, fare molteplici esperienze virtuali (camerini digitali per provarsi i vestiti) divertirsi nella smart tech zone, rilassarsi con un bel trattamento alle vitamine o con l’aromaterapia. L’aereo sarà intelligente, ovvero in grado di rispondere alle più disparate esigente del viaggiatore. E la comodità è garantita, ad esempio dai sedili “morphing” che si adattano alla struttura corporea del passeggero.

«Il passeggero del 2050 sbarcherà dall’aereo sentendosi rivitalizzato e arricchito» promette Charles Champion, executive vice president engineering di Airbus.

Quanto alla sostenibilità, tecnologie per ridurre consumi, emissioni, scorie e rumore ma anche una struttura ispirata al corpo degli uccelli e realizzata al 100% con materiali riciclabili. I visitatori dell’Airshow di Parigi, potranno ammirare il tutto guardando il film “Airbus’ future of flight”.

Certo, al 2050 mancano quasi 40 anni. E davanti a tali innovazioni fantascientifiche è inevitabile domandarsi: non è che nel frattempo qualcuno inventerà il teletrasporto?