Ecco InDinero, il software che fa i conti alle start up

di Giusy Palumbo

Pubblicato 24 Ottobre 2011
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:56

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Lanciato nel 2010 da Jessica Mah, InDinero effettua circa 5 mln di transazioni finanziarie al mese, aiutando le pmi nella gestione della contabilità.

“Il tempo è denaro. Basta sprecarli entrambi” è lo slogan stampato sulle t-shirt InDinero, per ricordare a “startupper” e piccoli imprenditori che le transazioni finanziarie possono essere effettuate facilmente online, risparmiando tempo e denaro appunto. L’idea di un software in grado di gestire la contabilità di piccole medie imprese è nata nel luglio del 2010 grazie alla giovanissima Jessica Mah – fondatrice e CEO di InDinero – e al suo collega di studi Andy Su.

Insieme hanno pensato ad una soluzione semplice ed economica per la gestione delle entrate e uscite di un’azienda, delle transazioni finanziarie, dei trend e del forecasting, il tutto evitando le spese del commercialista o del consulente finanziario.

Tre minuti per attivare un account, cinque per connettersi con i propri partner finanziari e in breve è possibile accedere a tutte le informazioni base per gestire il proprio small business, articolato in cinque sezioni: dashboard, trend, transaction, budgets e account. La panoramica della situazione finanziaria è così sempre sotto controllo e aggiornata giorno dopo giorno, senza obbligo di fare data-entry. Il servizio è gratuito per account con meno di 50 operazioni al mese, costa 29,95 dollari per 500 transazioni e 99,95 dollari mensili per un uso illimitato.

A confermare il successo di InDinero – segnalata tra le più interessanti start up del 2010 – sono soprattutto i numeri: oltre 20mila gli imprenditori registrati, circa 5 milioni le transazioni effettuate ogni mese con un volume di 2,15 miliardi di dollari.

In molti si chiedono se Jessica Mah non sia la nuova Zuckerberg (il fondatore di Facebook), soprattutto scorrendo la sua giovane biografia:  a 13 anni la prima start up, a 15 l’ammissione alla facoltà di Informatica dell’Università di Berkeley dove ha creato il sito internshipIN.com e a 19 i primi studi su InDinero, creato grazie al milione di dollari di finanziamenti raccolti abbastanza in fretta. In molti si chiedono anche se in Italia possa esserci un sito che offra un servizio simile e soprattutto se ci siano finanziatori pronti a sostenere progetti online di ragazzi appena ventenni. A rispondere con ironia sul tema è stato di recente il giornalista blogger napoletano Antonio Menna con il post campione di click sul web “Se Steve fosse nato in provincia di Napoli“, favola amara sulla differenza di possibilità tra Usa e Italia in memoria di Steve Jobs.