Trasporto aereo: la Iata spinge per i biocarburanti

di Antonia Mosca

Pubblicato 22 Novembre 2011
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:56

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La Iata spinge per lo sviluppo dei biocarburanti per aerei. Per fare ciò, caldeggia l'aiuto dei governi e di chi fa parte di tutto il settore.

La crisi che il mondo intero sta vivendo non pone limiti agli uomini della Iata, i quali stanno affinando un nuovo progetto legato a un particolare carburante per aerei commerciali, utile sia in termini economici, sia di minore impatto ambientale.

Tony Tyler, direttore generale e CEO dell’associazione internazionale del trasporto aereo, in occasione del forum mondiale sui carburanti ha esortato tutti gli appartenenti alla filiera del trasporto aereo a unire gli sforzi per arrivare alla creazione di un nuovo tipo di combustibile che possa essere utilizzato dai velivoli commerciali attualmente in servizio nel mondo.

“Il trasporto aereo ha bisogno di un tipo di kerosene che sia ottimale in termini ambientali; che non inquini la nostra terra e che consenta un maggiore risparmio economico per le compagnie aeree, senza per questo diminuire la sicurezza, che resta sempre al primo posto” ha detto ai convenuti a Parigi.

A proposito di sicurezza, il numero uno dell’associazione ha sottolineato che grazie alla collaborazione con altri 2 fra i i principali soggetti preposti alla gestione e all’organizzazione del traffico aereo mondiale – Icao e Ata – sta lavorando alla creazione di un manuale che definisca degli standard comuni di sicurezza relativi all’approvvigionamento e all’immagazzinamento di carburante per aerei.

La cooperazione fra soggetti deve andare a 360 gradi e riguardare soprattutto il settore ambientale, visto che attraverso l’introduzione di nuovi biocarburanti le compagnie potrebbero abbattere notevolmente l’inquinamento da CO2, anche se attualmente il trasporto aereo è responsabile di appena il 2% delle emissioni totali.

“I nostri programmi sono ambiziosi, ma raggiungibili: da qui al 2020 vogliamo migliorare l’efficienza degli aerei (con conseguenti minori emissioni) dell’1,5% annuo, per arrivare, nel 2050, a un dimezzamento rispetto a oggi”. A tal proposito, Tyler ha ricordato che già oggi sono utilizzati – in via sperimentale su alcuni collegamenti aerei – dei biocarburanti in grado di abbassare le emissioni di CO2 anche dell’80%. “Ma sono ancora troppo cari e non sono ancora disponibili su larga scala”. Ora resta da convincere i governi di tutto il mondo a emanare misure volte a incentivare la prodizione di questi biocarburanti.

A tal proposito, la Iata ha indicato 6 punti fondamentali che i governi dovrebbero seguire per favorire la diffusione di questi combustibili:

– incoraggiare la ricerca per scoprire nuove materie prime che possono aiutare a creare combustibili sempre più efficienti.

– facilitare gli investimenti in questo senso

– concedere incentivi alle compagnie aeree che utilizzano fin da subito i biocarburanti

– spingere i soggetti della filiera del trasporto aereo a lavorare nella definizione di criteri comuni di sostenibilità

sfruttare al meglio le opportunità di crescita del settore ambientale

incoraggiare le partnership tra i soggetti parte della catena di approvvigionamento dei carburanti

L’obiettivo finale della Iata è quello di aumentare i volumi di produzione abbassando i costi, cosa che in uno stato di crisi attuale, dato anche dall’elevato prezzo del petrolio sui mercati internazionali, sarebbe vantaggioso anche dal punto di vista economico e politico, perché renderebbe autosufficienti diversi Paesi, con beneficio per tutto il trasporto aereo.