Stratolaunch, l’aereo spaziale più grande del mondo

di Barbara Weisz

Pubblicato 16 Dicembre 2011
Aggiornato 24 Febbraio 2018 09:56

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Prosegue la corsa dei privati nello spazio con il progetto di Paul Allen, co-fondatore Microsoft: un aereo per satelliti e merci nello spazio.

Paul Allen non ha mai nascosto che il suo sogno, quando era bambino, era fare l’astronauta. Un’ambizione che certamente appartiene a moltissimi bambini nel mondo, ma che l’ex socio di Bill Gates, in qualità di co-fondatore di Microsoft, non ha mai abbandonato nemmeno dopo aver fatto la brillante carriera che tutti conoscono nel mondo dei pc e dell’hi-tech. E così, dopo lo SpaceShipOne (il progetto poi portato avanti dal fondatore della Virgin, Richard Branson, per portare i turisti nello spazio) adesso presenta lo Stratolaunch Systems, ovvero l’aereo spaziale più grande del mondo.

In questo caso l’ambizione non è quella di portare a spasso per le galassie i miliardari, il progetto di Allen si rivolge in primis alle aziende e agli enti interessati ai “trasporti” nello spazio. Il velivolo è in grado di lanciare satelliti e merci nello spazio, e vuole sfruttare il “segmento di mercato” che si è aperto dopo che la Nasa ha chiuso il programma Shuttle. Aprendo il settore ai privati.

Ma vediamo innanzitutto questo avveniristico aereo, che ancora non esiste, ma che secondo l’obiettivo annunciato da Allen sarà in grado di compiere il primo viaggio nello spazio nel 2015. Lo Stratolaunch Systems è progettato e sarà realizzato dalla Scaled Composites di Burt Rutan, l’ingegnere aerospaziale che ha già ideato anche SpaceshipOne. «Abbiamo già i disegni pronti di centinaia di particolari, non siamo al semplice schizzo», sottolinea Rutan.

L’aereo è grande come due Boeing 747, ha un’apertura alare superiore ai 117 metri, una potenza paragonabile a quella di sei motori di un Jumbo 747. Sarà una sorta di piattaforma aerea per il lancio di satelliti e merci nello spazio, che mette quindi insieme l’aereo vero e proprio, un razzo e una capsula spaziale.

L’aereo sarà a doppia fusoliera, peserà 544mila chilogrammi e, cosa fondamentale, potrà decollare da un “normale” aeroporto  (si fa per dire, in realtà lo Stratolaunch  ha bisogno di una pista di oltre tre chilometri e mezzo, e al momento sono pochi i posti, come il Kennedy Space Center, che potrebbero farlo funzionare). Comunque, è un punto importante del progetto, perchè il velicolo non ha bisogno di complesse, e costose, infrastrutture come la rampa di lancio degli Shuttle a Cape Canaveral. Avrà un’autonomia di 2100 chilometri.

Il razzo, che porterà sotto la pancia (come la capusla), sarà costruito da Space Exploration Technologies, la start up di Elon Musk, un altro supermiliardario americano che dalle nuove tecnologie (è il fondatore di PayPal) si è spostato nel settore “spaziale” aperto ai privati. Il razzo sarà lungo 36,5 metri, peserà 22mila chili e visto che partirà direttamente dal cielo permetterà un notevole risparmio energetico.

«Un aereo di questo tipo – spiega Allen – permetterà anche di aggirare gli ostacoli meteorologici che di tanto in tanto rovinano i lanci attuali: lo Stratolaunch potrà raggiungere in qualsiasi condizione un’altitudine tale da consentire la messa in orbita di satelliti o la partenza di sonde e capsule nello spazio». E’ questo il business numero uno a cui il progetto punta, senza escludere comunque anche la possibilità di trasportare turisti.

Top secret un particolare non da poco: il costo del progetto. Del resto, si tratta di un settore, quello dello spazio aperto ai privati, appena nato, e in cui è difficile fare stime, e forse è particolarmente importante mantenere la riservatezza. Perchè i competitor non mancano: oltre ai già citati Paul Allen, Burt Rutan, Elon Musk, Richard Branson, anche Jeff Bezos (il signore di Amazon), ha creato Blue Origin, società che lancia propri razzi.

E se evidentemente lo spazio affascina in particolare i super manager-imprenditori americani dell’hi-tech, anche l’industria aeropaziale tradizionale probabilmente non starà a guardare. Anche se qui ci sono degli scetticismi. Jim Albough, capo di Boeing Commercial Airplanes (che fra l’altro lavora con la Nasa) ritiene che la corsa a creare nuovi sistemi di lancio, tutta all’inizio, comporterà molti sprechi. Ma Allen non ha dubbi: «Le sfide che abbiamo davanti sono molte, ma per la fine di questo decennio Stratolaunch metterà in orbita navicelle spaziali. E porterà l’America all’avanguardia dell’esplorazione spaziale».