Al via da oggi la nuova rivoluzione di Internet: l’ICANN inizierà ad accettare da mezzogiorno proposte di registrazione di domini primari da affiancare a quelli tradizionali quali .com o .info, con minime restrizioni per i nuovi che riguardano soprattutto questioni tecniche come ad esempio la presenza di numeri. Ogni nuovo dominio costerà 185 mila dollari, circa 145 mila euro al cambio attuale.
ICANN ha voluto espandere i domini autorizzati per promuovere l’innovazione negli indirizzi dei siti Web e per aprire gli stessi anche a caratteri di alfabeti diversi da quello latino: «Gli utilizzatori cinesi di internet sono ormai la maggioranza, è assurdo che non ci siano domini con i caratteri che conoscono meglio».
Una proposta che a primo acchitto può apparire interessante ma che ha suscitato molte polemiche e risposte anche da alcune grandi istituzioni mondiali, quali ad esempio l’Onu e il Fondo Monetario Internazionale che hanno provveduto ad inviare una lettera all’ICANN per chiedere di eliminare la possibilità di far registrare domini .un e .imf da parte di utenti non affiliati alle organizzazioni, così da evitare che poi gli stessi vengano rivenduti.
Sono in molti poi a chiedersi se la liberalizzazione dei domini Internet non consentirà la nascita di migliaia di truffe online: la Federal Trade Commission statunitense è ad esempio preoccupata del fatto che qualcuno possa registrare domini simili a quelli esistenti (Amazon.comm invece di Amazon.com) ed esser così truffato, soprattutto se non esperto della Rete. L’ICANN ha però spiegato che i controlli che eseguirà l’organizzazione no profit e l’esborso economico necessario per acquistare un dominio – decisamente elevato – dovrebbero riuscire a desistere i malintenzionati: «Sono commenti che apprezziamo, procederemo con molta lentezza e attenzione nel valutare le domande per essere sicuri che non ci siano comportamenti scorretti».
I domini di primo livello generici (gTLD) non danneggeranno il mercato e le aziende, ha rassicurato ICANN, piuttosto nascerà una Internet più vibrante e sarà questa «un’opportunità per i brand di aggiudicarsi la propria fetta del mercato del World Wide Web del nuovo secolo».
Da oggi dunque le aziende potranno chiedere all’organizzazione dei DNS la registrazione del proprio “dominio.qualcosa” (esempi: sitoufficiale.google, .microsoft, .cocacola, .fiat e via dicendo); tra le aziende che hanno annunciato l’intenzione di registrare il dominio, Hitachi (.hitachi), Canon (.canon) e Deloitte (.deloitte). Fino a questo momento erano 22 i domini di primo livello disponibili (come .gov, .com, .edu) e altri 250 di livello nazionale (come .it, .uk, .fr).