Per quanto Facebook non stia affatto rendendo felici i suoi investitori dopo il debutto a Wall Street, certo il social network più conosciuto al mondo sta sfornando ogni giorno novità tanto sul fronte del prodotto che della proposizione commerciale.
Sul primo fronte, molte iniziative – come quella che consente di programmare i post da pubblicare sulla propria Pagina e come quella che indica la percentuale di raggiungimento rispetto ai liker di ciascun aggiornamento di status – vanno a rendere la flessibilità di utilizzo delle Pagine ormai altissima e sempre più integrata con piattaforme esterne, come WordPress e Twitter che hanno recentemente migliorato la loro stessa integrazione in Facebook.
Su secondo fronte, Mark Zuckerberg si sta orientando in tre diverse direzioni:
– uno spiccato spostamento verso il modello del CPM ovvero del pagamento degli spazi pubblicitari non per click, ma per visualizzazione dell’annuncio con ciò sottolineando come sempre più spazio verrà dedicato a formati maggiormente impattanti come quello che appare al termine del processo di log-out. Resta in ogni caso suggeribile, soprattutto per il piccolo inserzionista, di cominciare a lavorare a CPC per monitorare con più attenzioni costi e benefici di questa attività;
– una costante attenzione a monetizzare l’uso di Facebook dai dispositivi cellulari ed ecco perché cominciano ad apparire i primi annunci sponsorizzati anche nello strema mobile della piattaforma;
– una iniziale valorizzazione della capacità di Facebook di attingere a dati lasciati dall’utente anche fuori del social network grazie all’amplissima diffusione dei bottoni “I like” e degli altri pulsanti social.
Il primo impiego di questi dati è stato annunciato la scorsa settimana e riguarda un uso sempre più frequente della pubblicità online, il modello del retargeting. Diffuso dall’europea Criteo e sempre più presente nella proposizione pubblicitaria di Google, il retargeting si basa sulla possibilità offerta all’inserzionista di ricontattare nuovamente un utente una volta che questi ha abbandonato il sito dell’inserzionista stesso, per esempio senza aver completato un acquisto. La visita al sito si traduce, in questo modello, nel rilasciare sul PC dell’utente un cookie che consentirà di visualizzare nuovamente il prodotto sotto forma di messaggio pubblicitario in questo caso come annuncio all’interno di Facebook per un numero di volte che può essere scelto secondo i principi classici della frequenza.
Nato nel mondo del commercio elettronico e pensato soprattutto per una comunicazione di prodotto, può prestarsi – soprattutto in questo caso – a forme diverse di pubblicità: promozioni, branding e – perché no – anche una comunicazione più istituzionale in un anno in cui i grandi operatori del Web, da Google a Twitter, hanno dimostrato di aver messo nel mirino la politica e la campagna elettorale diventando uno dei terreni di maggior scontro ed impiego dei grandi budget in vista delle elezioni di novembre. Per dare un’idea, uno dei più grandi operatori del settore, TargetSmart Communications, ha saputo collezionare dati e propensioni da parte dell’elettorato americano fino a possedere 50 milioni di cookie ai quali indirizzare comunicazione elettorale estremamente mirata.
Uno strumento in più dunque, da scoprire e provare per un uso dei social media del tutto assimilabile a forme di comunicazione più tradizionali dell’advertising sul Web e capace di convincere, con una seconda chance, un utente che già aveva visitato il sito dell’azienda.