Una nuova ricerca, “Insights: Data Protection and the Cloud 2011” di CA Technologies, focalizza sull’ approccio al cloud computing da parte delle imprese italiane, soprattutto in relazione agli episodi di perdita di dati. Sempre più aziende, infatti, stanno scegliendo di proteggere i propri dati custoditi sulla Nuvola.
L’81% del campione analizzato ha dichiarato di aver mantenuto costante o aumentato nel 2010 il budget per la protezione dei dati, mentre il restante 19% intende aumentare a breve gli investimenti in tal senso.
Sono sempre di più, comunque, le aziende che includono il cloud come strategia di protezione dati: il 77% dei soggetti che utilizza una cloud privata ritiene che i dati e gli applicativi vengano così adeguatamente protetti in caso di disastro; ben l’86% di coloro che utilizzano una cloud pubblica si affida agli SLA per la protezione dei dati stipulati con il fornitore.
«È particolarmente significativo che le aziende si stiano accorgendo di come la Nuvola possa essere uno strumento utile per le funzioni di backup e disaster recovery (DR)», ha dichiarato Chris Ross di CA Technologies. «Le organizzazioni che utilizzano il cloud in questo modo hanno meno bisogno di un sito remoto e devono dedicare meno tempo al monitoraggio dei sistemi di data recovery, perciò possono concentrarsi sul loro giro d’affari».
Dal punto di vista della protezione dei dati, il 96% del campione ha registrato episodi di perdita nel corso del 2010; i sistemi informatici (ad esempio, un malfunzionamento di rete, storage e software) rappresenta la causa più comune di perdita dei dati (76%) ; fra le cause ricorrenti, attacchi esterni contro l’IT (57% delle aziende) ed errori di dipendenti o altri soggetti (38%).
In Italia, sarebbero ancor poche le aziende dotate di sistemi di DR adeguati: solo il 17% ha infatti riferito di disporre di piani completi e dettagliati di disaster recovery. Tra le motivazioni principali, il mancato supporto e sostegno del top management (55%) e la preparazione inadeguata del personale IT nella pianificazione dei rischi e del DR (43%).