La ricerca 2011 “State of Cloud Survey”, firmata Symantec, pone in evidenza la sicurezza come il fattore più critico per le aziende italiane nel passaggio al cloud. Se da un lato infatti tale passaggio viene percepito come un passo avanti nel campo della sicurezza, dall’altro il personale IT viene spesso considerato poco preparato e quindi non pronto al grande salto.
Ben 83 intervistati su 100 si aspettano che il passaggio al cloud migliori la propria sicurezza ma al contempo il 78% di questi appare dubbioso per quanto riguarda il livello di sicurezza della propria azienda, ritenuto non adeguato per gli ambienti cloud. Tra i rischi più temuti: furti da parte di hacker e l’insider sharing (56%), l’utilizzo scorretto del cloud (55%) e i malware (51%).
La maggior parte del campione (56%) non considera il proprio staff IT pronto per il cloud; solo una minoranza che oscilla tra il 12 e il 13% ha valutato il proprio personale come molto preparato. Quali le motivazioni alla base di tale convinzione? Innanzitutto la mancanza di esperienza (25%): solo 1 membro dei team IT su 4 sembra aver avuto sufficienti esperienze in campo cloud, fattore ritenuto cruciale per lavorare in tale campo.
Il bilancio tra costi e benefici tende a tenere le aziende in uno stato di sospensione: sono meno del 20% infatti le aziende che possono dire di aver completato l’implementazione delle aree cloud analizzate dalla ricerca; si stimano attorno all’80% quante invece stanno ancora valutando il grande passo.
È proprio per questi motivi che le aziende italiane ricorrono con frequenza ad aiuti esterni: ben 4 su 5 si rivolgono ad un un value added resellers (VAR), a consulenti indipendenti, a vendor di servizi professionali o a system integrator.