Se più della metà dei professionisti IT – il 62 per cento – ha iniziato a sviluppare già nel 2005 una soluzione VoIP, oppure sta per farlo, un altro 18 per cento sta progettando o testando questa soluzione solo su alcuni segmenti.
I dati provengono dalla ricerca “Voice over IP 2007“, condotta da BT Ins su un campione di 157 IT manager di piccole e grandi aziende per tastare il polso della situazione di questa tecnologia per il networking.
Sono specialmente i costi di implementazione a rappresentare una barriera per lo sviluppo: per il 32 per cento degli intervistati è la dimostrazione di poter risparmiare sui costi ad impedire la sostituzione dei servizi telefonici tradizionali con quelli VoIP. Per altri invece – circa il 22% – l’ostacolo più grande sta nella possibilità di avere una minore qualità nella trasmissione della voce, legata alla disponibilità di rete.
Nella lista dei 15 fattori che possono impedire una piena e compiuta diffusione del VoIp si trovano anche i costi elevati, che nel 2005 erano al quinto posto mentre quest’anno sono saliti al primo: quasi la metà dei manager intervistati ammette di avere difficoltà nel giustificare i costi del VoIP davanti al consiglio d’amministrazione.
Nel 2005, infatti, il 57 per cento del campione aveva manifestato l’intenzione di sostituire gradualmente il sistema telefonico tradizionale con uno VoIp, ma alla fine a farlo davvero era stato solo il 39 per cento. Oggi la percentuale di chi dichiara di voler mandare in pensione il vecchio centralino sostituendolo con prodotti a tecnologia Voice over IP è del 45.
Cinque erano le voci chiave comprese nella scala di giudizio per valutare l’importanza che le imprese danno al VoIP:
- affidabilità della rete,
- qualità della voce,
- sicurezza,
- facilità di gestione della rete,
- garanzie di servizio.
Se nel 2005 tutte e cinque le voci venivano considerate importanti allo stesso modo, nel 2007 è la qualità della voce il principale oggetto d’attenzione.