La ricerca McAfee “Web 2.0: A Complex Balancing Act – The First Global Study on Web 2.0 Usage, Risks and Best Practices” evidenzia luci ed ombre nell’utilizzo di applicativi Web 2.0 in ambito business. Le aziende di tutto il mondo sembrano essere concordi: se da un lato gli applicativi 2.0 apportano innegabili benefici in termini di guadagni e produttività, dall’altra comportano un pericoloso aumento dei problemi legati alla sicurezza.
Sulla base dei risultati dello studio, che ha coinvolto oltre 1.000 decision-maker di aziende internazionali in 17 diverse nazioni, lo scorso anno ben il 60% delle aziende avrebbe subito perdite per una media di 2 milioni di dollari, con un danno complessivo pari a più di 1,1 miliardi di dollari, a causa di incidenti legati alla sicurezza; di queste, ben una su sei correla le perdite ad una progressiva introduzione di strumenti 2.0 quali social network e piattaforme sociali/collaborative. Tra le minacce maggiormente rilevate: software malevoli (35%), virus (15%), sovraesposizione delle informazioni (11%) e spyware (10%).
Non solo sicurezza; per il 60% delle aziende interpellate, un utilizzo inappropriato di Web 2.0 e social media porterebbe ad una perdita di reputazione brand, clienti o fiducia. Per un terzo di esse si parla anche di investimenti non previsti dovuti a “work around” relativi ai social media sul luogo di lavoro. Il 14% delle aziende ha riferito di processi o cause legali causate dalla divulgazione di informazioni confidenziali o sensibili da parte di impiegati, avvenute nella maggior parte dei casi per mezzo dei social media.
Di conseguenza, il 13% delle compagnie preferisce bloccare alla radice gli applicativi Web 2.0 piuttosto che creare delle policy ad hoc mentre l’81% restringe il loro utilizzo ad un solo applicativo. Un quarto delle aziende monitora invece l’utilizzo dei social media da parte dello staff ed il 66% ha introdotto policy sul loro utilizzo.