1000 record rubati costano all’azienda circa 160mila dollari. Quando si parla di dati strategici, le spese che le vittime del furto devono sostenere sono notevoli e crescono in relazione alla quantità di file sottratti.
Che la perdita di informazioni sensibili fosse una delle più grandi preoccupazioni per le imprese è opinione diffusa e confermata da numerose ricerche. La più recente di queste, compiuta dall’IT Policy Compliance Group, ha rilevato che circa il 70% delle aziende è vittima ogni anno almeno 6 episodi di perdita di dati, il più delle volte causate da furti.
Il danno per l’azienda è economicamente ingente e Darwin Professional Underwriters, compagnia di assicurazioni statunitense che opera nel settore della sicurezza informatica, ha messo a disposizione degli IT manager uno strumento gratuito e intuitivo per calcolare l’ammontare indicativo di questo danno. Le imprese possono così verificare preventivamente a cosa vanno incontro in caso di incidenti del genere e prepararsi meglio ad affrontarli.
Basta visitare il sito e il Tech//404 Data Loss Cost Calculator elaborerà automaticamente la cifra da sborsare in caso di perdita di dati o furto di identità. Nel conto sono comprese le parcelle da pagare agli avvocati, la consulenza degli esperti di cybercrimine e le comunicazioni di crisi verso clienti, partner e media.
La voce più cara è però quella relativa alla compliance, ovvero tutto ciò che afferisce ai regolamenti: monitoraggio del credito nel caso i dati riguardino i clienti dell’azienda, eventuali multe e controlli dell’adeguatezza delle infrastrutture.
Il totale sarà comunque piuttosto salato, con una media di circa 160 dollari per ogni record perso, una cifra che non si allontana molto da quella calcolata da Forrester Research, che aveva stimato un esborso poco superiore a 190 dollari.