L’Istituto Italiano Privacy fa il punto sulle implicazioni tecniche, giuridiche e culturali della crescente integrazione delle nuove tecnologie e dei social network nelle attività quotidiane, fenomeno che comporta una maggiore esposizione delle informazioni personali, troppo spesso lasciate alla consultazione incontrollata da parte di chiunque.
Oggi, infatti, la presentazione del libro Next Privacy, presso la Camera dei Deputati e alla presenza dei promotori dell’Intergruppo parlamentare Privacy.
Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano Privacy, coglie l’occasione per lanciare un monito sui rischi di una gestione troppo “open” dei contenuti digitali, promuovendo la “next liberty” come un «valore da difendere per difendere l’individuo digitale».
Anche il Cloud Computing nella sua stessa definizione lascia margini di interpretazione e rischi per la Privacy in relazione ai dati degli utenti, quasi inconsapevoli della localizzazione e del trattamento dei propri dati.
Dietro al Cloud Computing si trovano colossi informatici come Microsoft, Google e in un certo senso lo stesso Facebook: tutti protagonisti delle nostre vite e dei nostri consumi digitali. Ecco perchè, secondo Bolognini, non si deve perdere il giusto metro di valutazione sulle informazioni personali da pubblicare sul Web.