Negativo il bilancio sulla qualità e la velocità dell’ADSL in Italia che emerge dai risultati di una ricerca promossa da Cisco e condotta sulla base dell’indice Broadband Quality Score (BQS) dalla Said Business School della University of Oxford e dalla Universidad de Oviedo.
Una situazione che era giù stata evidenziata anche dal Rapporto Caio sullo stato dell’arte della banda larga italiana e della sua diffusione.
Tra i parametri considerati dall’indice BQS, vi è la capacità delle infrastrutture di rispondere alle necessità di utenti e aziende in particolare. Un algoritmo le ha quantificate contestualizzandole con l’attuale momento storico: il fabbisogno è pari a 3.75 Mbps in download, 1 Mbps di upload e tempi di latenza di 95 ms.
Dunque, in base a queste considerazioni, la ricerca classifica i paesi in cinque gruppi, partendo da quelli “pronti per il futuro” per arrivare a quelli che si accontentano di una diffusione della banda larga tra il 20% e il 40%.
Il migliore BQS si registra in Corea del Sud, togliendo la testa della classifica al Giappone. Sempre nel gruppetto dei migliori troviamo anchea Svezia, la Romania e la Corea.
Una speciale classifica che vede, a sorpresa, gli USA solo in 12esima posizione. L’Italia scende dal 32esimo al 38esimo posto, nonostante il suo indice sia maggiore rispetto allo scorso anno, rischiando addirittura l’inserimento nel gruppo che non supera la soglia ritenuta accettabile. Agli ultimissimi posti vi sono India, Egitto, Kenya e Nigeria.