Se Internet continuerà a marciare al ritmo attuale, gli indirizzi IPv4 potrebbero esaurirsi in tempi brevi, costringendo le aziende ad una migrazione forzata al protocollo IPv6, con tutti gli svantaggi del caso. Aggiornarsi sin da ora scongiurerebbe invece futuri problemi e apporterebbe vantaggi immediati.
Queste le considerazioni di John Curran, presidente ARIN (American Registry for Internet Numbers), espresse del FutureNet 2009, in merito all’adozione del protocollo Internet di nuova generazione anche in ambito aziendale.
Il protocollo IPv6 non costituisce a tutt’oggi un fulcro d’interesse per le Pmi, in quanto investimento considerato tutt’altro che essenziale in un periodo in cui predomina la logica del risparmio, senza considerare la carenza di personale qualificato e i timori legati alla compatibilità.
Eppure il problema legato alla disponibilità di nuovi indirizzi IPv4 è concreto e destinato a divenire presto o tardi prioritario.
Secondo Curran, le aziende tendono spesso a trascurare questioni in sospeso finché non diventa impossibile evitare di affrontarle, con tutte le complicazioni che comportano le modifiche effettuate in tempi ristretti e d’urgenza.
Pensare in un’ottica preventiva, invece, non significa solamente evitare modifiche urgenti in futuro ma anche apportare significative migliorie sin da subito: secondo Joda Schaumberg, direttore di Global Crossing, le compagnie che hanno adottato il nuovo protocollo hanno già ora sperimentano un significativo miglioramento nel traffico dati.
Inoltre, l’IPv6 può è in grado di risolvere alcuni problemi legati alla sicurezza dei network: Windows Vista e Linux sono infatti già in grado di sfruttare il nuovo protocollo e di trarre vantaggio dai miglioramenti a livello di sicurezza e performance da esso apportati.