Il 65% dei cittadini Ue vive il disagio della posta indesiderata. A renderlo noto è la Commissione Ue, che ha chiesto un’applicazione piena delle norme già esistenti in materia e l’introduzione di sanzioni più efficaci contro chi invia Spam.
La proposta di premiare con un “Trust mark” le aziende più serie e di penalizzare quelle che “spammano” – senza l’esplicito consenso dei consumatori, come impongono le norme sulla Privacy – concedendo agli utenti ampi diritti di tutela contro di essi, viene dai Commissari Viviane Reding e Meglena Kuneva, a margine della diffusione della guida Ue sull’eCommerce, eYouGuide.
Tra i maggiori produttori di junk mail figura proprio l’Italia che, secondo i dati Sofhos sul primo trimestre dell’anno riportate nel Security Trend Report 2009, passa dal decimo posto del 2007 al dodicesimo posto nel mondo – dove ai primi posto ci sono Usa (19,8%), Cina (9,9%) e Russia (6,4%) – ma al primo in Europa con il 3%.
Un fenomeno che si fa sentire pesantemente, soprattutto a livello aziendale dove lo Spam rappresenta ben il 97% di tutte le mail che arrivano nei server di posta delle imprese.
Un disagio che si traduce in un inutile spreco di risorse e tempo, causando perdite di produttività.
Molto dello Spam in circolazione proviene da utenti ignari di avere un pc infettatto da malware (botnet) sviluppato e controllato da criminali informatici chiamati bot herder.
Per ora l’unico rimedio è quello di procurarsi un buon antispam.