Prima di portare i propri applicativi su piattaforme online dei provider, le aziende farebbero bene a puntare prima su di un sistema di cloud computing su rete privata.
Un consiglio che arriva da un panel di esperti IT riunitisi a confronto a New York.
Secondo Jeff Birnbaum, managing director di Merrill Lynch, ancor prima di interrogarsi sull’utilizzo di Amazon Web Services (AWS) o magari Windows Azure di Microsoft, le aziende dovrebbero provare a realizzare un sistema privato di Cloud computing per testare la propria risposta al nuovo modello e capire come renderlo produttivo.
Una rete privata differisce dai data center IT aziendali standard poichè le applicazioni sono allocate su server personale o su più server e non girano al di fuori di essi. Per impostare un sistema cloud su rete privata, un’azienda deve quindi disporre di un certo numero di server, ed essere in grado di farvi girare ogni applicativo.
Bisogna inoltre tenere in considerazione il fatto che il Cloud computing non si poggia ancora su standard ben definiti, in grado di assicurare un elevato livello di sicurezza e operabilità.
A poco è servito, almeno al momento, il recente rilascio dell’Open Cloud Manifesto, raccolta di principi base nati per tentare di tracciare alcuni standard nel modo in cui operano i diversi network cloud.
Il documento è infatti apparso subito alquanto controverso, portando alcune società a rifiutare la sua sottoscrizione, tra cui proprio Amazon e Microsoft.