Per i Big del Networking il WiMax è la promessa del futuro. Anzi, del presente. Lo dice il mercato stesso, che attende da tempo e con entusiasmo soluzioni end-to-end che possano soddisfare la crescente richiesta di connettività broadband wireless, con offerte alternative a quelle via Adsl & Co., ma con prezzi analoghi.
Per dare uno scossone ad un processo di implementazione avviato da tempo ma ancora incapace di decollare, sei tra le più importanti società di settore – Alcatel-Lucent, Cisco, Clearwire, Intel, Samsung Electronics e Sprint – hanno dato vita ad una iniziativa destinata ad attirare su di sè i riflettori, tanto del mercato quanto degli organismi internazionali di regolazione.
Si chiama OPA (Open Patent Alliance) ed è il Consorzio volto a promuovere la brevettabilità condivisa – e quindi anche l’interoperabilità – di soluzioni WiMax a costi “prevedibili”, attraverso la definizione di modelli di business certi e sostenibili.
Allo stesso tempo, la OPA punta ad arricchire il mercato con una maggiore differenziazione del prodotto, processo sostenibile soltanto su basi brevettuali chiare a e costi non eccessivi.
Il nuovo approccio, quindi, come dichiarato in una nota stampa si focalizzerà su di una «struttura di royalty più competitiva sugli strumenti richiesti per sviluppare prodotti WiMax».
In questo senso, le aziende del Consorzio potranno ottenere, condividendole, le licenze sui brevetti direttamente dagli altri provider proprietari a prezzi competitivi.
L’obiettivo finale? Consentire ai produttori di realizzare e commercializzare un ventaglio di servizi e prodotti in tempi rapidi e a costi accettabili, così da poter ipotizzare un consumo di massa per la tecnologia WiMax.
Staremo a vedere la sostenibilità di una alleanza fra titani. Intanto, grande assente resta Qualcomm, che rimane proprietaria di alcuni fra i più importanti brevetti WiMax in ottica 4G.