Proteggere i propri dati ormai non riguarda più soltanto il mondo digitale ma anche quello fisico.
Con l’introduzione e la capillare diffusione di dispositivi mobili, la sicurezza delle informazioni non è a rischio solo a causa di attacchi hacker, furti di password e virus. Una ricerca recentemente pubblicata da Piointsec ha infatti evidenziato che le intrusioni sulla rete sono all’origine di appena il 25% dei dati trafugati, a fronte del 60% derivante dal furto o dallo smarrimento del proprio mobile device. A tale riguardo, il sondaggio consegna un dato preoccupante: negli ultimi 6 mesi a Londra sono stati dimenticati sui sedili dei taxi 54.874 cellulari, 4.718 tra palmari e Pocket PC, 3.179 portatili e 923 chiavi USB, a cui si aggiungono 739 laptop e 1.460 cellulari dimenticati all’aeroporto di Heathrow lo scorso anno. Come Londra, anche le altre metropoli presentano un numero analogo di viaggiatori smemorati, che potrebbero pagare cara la propria distrazione. Basti pensare che un cellulare di ultima generazione ha un quantitativo di memoria sufficiente per essere usato per l’archiviazione di dati, come anche le chiavi USB sempre più capienti e sempre più piccole (e dunque soggette a smarrimento).
A questo si aggiungono le nuove modalità di attacco informatico che sfruttano i dispositivi mobili connessi su rete pubbliche (Wi-fi o Bluetooth), a cui le grandi compagnie della sicurezza stanno cercando di porre rimedio. Dopo F-Secure, CheckPoint e McAfee anche Pointsec ha annunciato novità a seguito di un accordo con Nokia per la protezione dei dispositivi basati sul sistema operativo Symbian 3.0 S60 Edition, sottolineando così la crescente importanza rivestita dal mercato degli handheld device.