Gentilmente riceviamo da Lorenzo Lumassi, Global Services Director di EMC le riflessioni che seguono.
Il cloud computing è uscito da tempo dal libro dei sogni e sta diventando sempre più una concreata realtà. Molte aziende lo stanno implementando, in una delle sue forme e molte altre lo stanno prendendo seriamente in considerazione, come paradigma verso cui far evolvere la propria infrastruttura IT.
Il report Nextvalue sull’argomento mostra come, in Italia, il 61% delle grandi aziende creda fermamente ai vantaggi che questo approccio può portare. E si tratta di vantaggi evidenti, che vanno ben oltre l’ambito puramente tecnologico impattando sempre più sul business, ad ogni livello.
La flessibilità della struttura, ovvero la capacità di gestire al meglio variazioni della domanda ma anche la possibilità di superare indenni difficoltà di tipo tecnologico, sono valori che fanno drizzare le orecchie a più di un decisore aziendale.
Il cloud computing ha una forte componente tecnologica, non c’è dubbio: non si può prescindere da soluzioni di virtualizzazione, storage e networking solide, testate e performanti. Ma può liberare tutti suoi vantaggi solo se viene adottato con un approccio esteso e strutturato, che vada a riguardare l’intera struttura aziendale, a cominciare da quella organizzativa.
In questo senso, il ruolo dei servizi è fondamentale, in ogni momento del progetto. La trasformazione dell’IT verso il Cloud richiede infatti un approccio diverso da quello convenzionale. Le funzionalità di una infrastruttura Cloud si misurano in base ai livelli di servizio definiti in rapporto a concetti di priorità e si fondano su tecnologie di virtualizzazione per offrire un pool di risorse che vengono assegnate dinamicamente in base alle richieste delle diverse applicazioni.
Le necessarie competenze tecnologiche non possono essere sufficienti se non sono inserite in una visione di insieme, che solo una struttura dedicata ai servizi può avere, perché per sua natura è chiamata a comprendere l’intero progetto. La componente servizi rappresenta una parte fondamentale del processo di trasformazione per realizzare un’infrastruttura cloud adatta alle esigenze aziendali, in grado di portare effettivamente vantaggi in termini di semplicità di gestione, efficienza e minori costi.
I servizi si declinano in diverse modalità differenti, a seconda delle necessità specifiche e delle varie fasi sulle quali si innestano. Occorre innanzitutto una competenza consulenziale in grado di esaltare il valore della virtualizzazione identificando il modello di consumo con un approccio integrato di server, storage, networking ed endpoint, con l’obiettivo di accelerare l’adozione di best practice e processi specifici di un ambiente virtualizzato, che comprendano anche problematiche di protezione dei dati e di gestione delle infrastrutture. Queste competenze sono necessarie per realizzare un assessment degli ambienti virtualizzati e per sviluppare una strategia di virtualizzazione che parta dall’infrastruttura del data center e arrivi ad una virtualizzazione dei desktop passando per le applicazioni enterprise.
Nella fase implementativa è fondamentale poi dimostrare tutta l’esperienza che proviene da best practice e da architetture di riferimento per minimizzare il rischio di implementazione, per avere un’analisi predittiva delle performance e per tenere conto delle integrazioni con le soluzioni di backup e restore, business continuity/disaster recovery e resource management.
Anche nelle fasi post-installazione occorre affidarsi a personale con skill specifici per la gestione operativa giornaliera degli ambienti virtualizzati, in grado di realizzare procedure automatizzate in grado di ottenere i massimi vantaggi e ritorni dalla nuova architettura e di fornire anche raccomandazioni proattive per l’evoluzione dei requisiti di business.