E’ sbocciata la terza stagione della rete fissa italiana, caratterizzata da una concorrenza sulla fibra ottica.
Telecom Italia ha lanciato la prima offerta nazionale fiber to the cabinet (fibra fino agli armadi, ossia Vdsl2) in 29 città, che diventeranno presto 33 (3 milioni di unità abitative).
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E Vodafone ha presentato la prima offerta di un operatore alternativo su questa rete. La velocità è di 30/3 Megabit al secondo, con i servizi Vdsl2 di Vodafone e di Telecom, ma le offerte sono diverse per prezzo e altre caratteristiche*.
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È interessante notare che si è cominciato a replicare sulla nuova rete lo stesso meccanismo che ha caratterizzato le liberalizzazioni della telefonia italiana. Una rete (di Telecom), su cui fioriscono offerte di concorrenti, al solito più economiche. Così, se il monopolio Sip era la prima stagione della rete fissa italiana e la liberalizzazione sul rame ha segnato la seconda, adesso siamo entrati nella terza.
Buone notizie per le PMI, visto che adesso potranno avere una connessione migliore dell’Adsl a prezzi moderati dalla concorrenza e su una copertura territoriale crescente.
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La Vdsl2 ha una qualità reale tripla rispetto all’Adsl 20 Megabit, in download e upload, poiché la velocità effettiva è prossima a quella nominale. La latenza è più bassa, inoltre, e il tasso di guasti è inferiore (poiché con la Vdsl2 la parte in rame è di poche centinaia di metri).
Attenzione però, siamo lontani dal migliore dei mondi possibili. La terza stagione è diversa dalla seconda e mostra già due limiti.
Primo: la concorrenza non sta scalpitando per usare la nuova rete Telecom. Secondo: «non si vedono ancora servizi innovativi che sfruttino queste reti», come nota Cristoforo Morandini, di Between-Osservatorio Banda Larga.
La concorrenza, già. Solo Vodafone sta usando la fibra di Telecom, per ora, e lo fa premettendo che al momento non è tanto conveniente, per i prezzi all’ingrosso praticati dalla stessa Telecom. Ha lanciato l’offerta – dice – fiduciosa che l’AgCom (Autorità garante delle Comunicazioni) li riduca. Adesso sono in vigore ancora i prezzi decisi per il 2012, per l’accesso dei concorrenti alla nuova rete, e si sa che bisognerà aspettare settembre per quelli del 2013… ma si sa anche – a quanto dichiarato da AgCom – che i cali di prezzo saranno ridotti.
Di fatto, Wind sta ancora valutando se e quando lanciare offerte sulla nuova rete Telecom. Fastweb non ne userà la fibra, per ora, perché sta sviluppando la propria rete Vdsl2. Entro settembre 2013 completerà i lavori a Pisa, Monza, Verona, Brescia, Varese, Livorno, Bari. In queste città ha già incominciato ad attivare nuovi clienti e a migrare i vecchi clienti sulla nuova tecnologia in modo gratuito (tutto questo si somma alla storica rete Fastweb in fibra nelle case). Nel contempo, senza fare annunci, Fastweb ha cominciato a offrire fino a 100 Megabit anche su Vdsl2, un taglio per ora non disponibile su rete Telecom con la stessa tecnologia.
Wind, Vodafone e Telecom offrono infine servizi fibra ottica nelle case, ma per ora solo a Milano (i primi due operatori lo fanno tramite rete Metroweb). Insomma, è una situazione anomala.
Si va verso uno scenario in cui ci saranno città con diverse reti in concorrenza e città in cui ci sarà solo la rete Telecom con un numero limitato di offerte alternative. Da una parte avremo quindi un livello di concorrenza notevole, mai visto su Adsl (dove c’è sempre stata solo la rete Telecom); dall’altra, invece, l’opposto. Un’Italia spaccata in due.
L’altro nodo sono i servizi. I 30/3 Megabit rischiano di dare un’esperienza utente non così tanto migliore rispetto all’Adsl nell’accesso a servizi e contenuti esterni alla rete nazionale (per esempio al Cloud di Google e Microsoft). E’ quanto sperimentato dai primi utenti della Vdsl2: Telecom lo spiega con i colli di bottiglia tipici della Internet best effort.
Allora, forse, potrebbero arrivare servizi ottimizzati per le nuove velocità di accesso e magari offerti dagli stessi operatori. O che sfruttano accordi di Quality of Service tra operatori e fornitori. Da una parte, le PMI ringrazierebbero. Dall’altra, però, bisognerà evitare che questi nuovi servizi e accordi penalizzino la concorrenza (è la vecchia questione nota come neutralità della rete). Vedremo nei prossimi mesi quale equilibrio verrà trovato tra le diverse istanze.
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*Rimandiamo ai rispettivi siti (Telecom e Vodafone) per i dettagli.