Possiamo dire che è partita davvero la missione di far trangugiare ettolitri di Digitale alla Pubblica Amministrazione italiana. Nonostante tutti gli ostacoli, le difficoltà e i ritardi, si va avanti.
Tanti segnali in pochi giorni, a partire dai decreti che, attesi da anni, finalmente danno il via alle nuove firme digitali e sulla fatturazione elettronica:
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E poi il bando da 2,7 miliardi di euro sul nuovo SPC – Sistema Pubblico di Connettività, che farà da collante alle comunicazioni tra le diverse PA e quindi condizione necessaria (ma non sufficiente) per diffondere servizi digitali eGovernment in Italia.
A giugno, infine, toccherà a un nuovo bando, per un’altra colonna portante della PA digitale: l’Anagrafe unica della popolazione, che andrà completata entro dicembre 2014. Adesso ci sono circa 150 anagrafi comunali, che non si parlano tra loro: l’anagrafe unica centralizzerà tutti i nostri dati a livello centrale e sarà una base di dati, quindi diventerà il più grande esempio di Cloud pubblico italiano. Premessa perché ci possa essere un’identità digitale unica del cittadino, per tutti i servizi della PA.
Italia 2.0
Dietro questa accelerazione verso la PA Digitale c’è la mano di Agostino Ragosa, ex dirigente di Poste Italiane e ora direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale.
Ho avuto modo di incontrarlo e parlarci più volte negli ultimi mesi e l’impressione che ne ho ricavato mi è stata confermata da un alto dirigente di Poste: “Agostino è lento ma inesorabile come un carro armato”.
Buona notizia, insomma.
Tuttavia Ragosa sta formalizzando gli atti, in questa fase, non come Agenzia ma come commissario alla Presidenza del Consiglio. Una differenza formale dovuta al fatto che ancora l’Agenzia non è pienamente operativa, poiché governo e Corte dei Conti devono convalidarne lo Statuto dopo lo stop a quello voluto dal governo Monti:
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È sintomatico degli intoppi politico-burocratici che sono sempre in agguato nell’opera di modernizzazione digitale della PA. Un altro esempio è l’ostinazione a usare raccomandate di carta quando la legge già richiede l’uso di quelle elettroniche.
Quindi non è detto che la marcia verso la PA digitale – nonostante i bandi e le leggi – fili liscia.
Vantaggi per le imprese
Attenzione che in ballo ci sono vantaggi per il sistema Paese e anche direttamente per le aziende. La fatturazione elettronica, a regime, farà risparmiare a queste ultime circa un miliardo di euro l’anno, secondo il Politecnico di Milano:
=>Leggi il rapporto: Fatturazione elettronica e digitalizzazione anti-crisi
Altre novità della PA Digitale che impattano direttamente sulle imprese sono: il passaggio all’eProcurement; il lancio di una piattaforma per i pagamenti elettronici verso le PA nella roadmap di Ragosa (come richiesto dal decreto Crescita 2.0), ma anche – per restare alle azioni di competenza dell’Agenzia, secondo il decreto – l’avvio di una strategia per le Smart Cities (dove le aziende possono partecipare ai bandi con i fondi dell’Europa) e per gli Open Data della PA, che possono dare opportunità di business a chi opera nel Turismo, nella Logistica, nell’Infomobilità.
=>Leggi la roadmap nel Decreto Crescita 2.0
Infine, si vedano anche i vantaggi che arrivano alle aziende dal passaggio della PA al Cloud Computing, già analizzati:
=>I vantaggi per le imprese del Cloud nella PA
Ci sono tantissime cose in ballo e sarebbe un peccato se l’indecisione politica o le resistenze burocratiche le facessero ritardare. Ma è il rischio che stiamo correndo, ancora una volta, in Italia.