Il Piano Banda ultra larga da 6 miliardi di euro pubblici, appena approvato dal Governo, avrà impatti anche sulle aziende e in particolare sulle PMI poste in distretti industriali snobbati dai piani commerciali degli operatori e hanno invece bisogno dei fondi pubblici per incentivarli a investire (le grandi imprese possono invece pagare e ottenere collegamenti a 1 Gigabit dedicati, in alcune grandi città anche a 10 Gigabit).
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Conseguenze per le imprese
Le modalità di azione del piano sulle aziende differiscono però da quelle pensate per gli utenti residenziali, sebbene le disparità non siano bene esplicitate nel testo (dove si sente la mancanza di una più chiara distinzione tra famiglie e imprese).Rossella Lehnus, che si è occupata del piano per la Banda ultra larga presso Infratel Italia, la società del Ministero dello Sviluppo Economico che dovrà anche dare esecuzione alla strategia (con bandi di gara e altre misure), spiega come la strategia governativa si declinerà sulle imprese:
«In effetti, il piano divide l’Italia in cluster territoriali in base all’importanza dei comuni. Ma questa suddivisione ha senso solo in parte per le aziende, che spesso fanno caso a sé trovandosi in distretti industriali importanti anche se lontani da grandi comuni».
Si parte da questa situazione:
«Secondo le ultime stime Infratel, fatte proprio in occasione del piano banda ultra larga, oggi abbiamo circa 1,1 milioni di imprese coperte ad ameno 30 Mbps, ovvero circa un quarto del totale delle imprese italiane».
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Una percentuale analoga a quella delle famiglie.
«Si presume che al 2016 grazie ai piani autonomi degli operatori privati e a quello del Governo, saranno coperte dal servizio a 30 Mbps circa 3 milioni di imprese, dislocate in 1600 Comuni (i più importanti e quelli del Sud Italia). A questa data saranno connessi da almeno 30 mbps anche 57 mila sedi della PA, di cui circa 16 mila a 100 mbps, perché collegate dal Piano del Ministero dello sviluppo economico – attuato da Infratel Italia. Nel frattempo, partendo la nuova strategia del Governo, il servizio di connettività dovrà essere upgradato a 100 Mbps, quindi anche la relativa copertura delle imprese».
Disparità regionali
Al Sud sarà più facile coprire le aziende con fibra ottica fino all’ufficio e quindi a 100 Megabit (e oltre): i fondi pubblici sono infatti più abbondanti in queste zone.
«Nel resto d’Italia, solo il Lazio ha lo stesso vantaggio, grazie alla saggia scelta della Regione di allocare molte risorse comunitarie in banda ultra larga».
Il tutto andrà fatto con bandi di gara, che secondo il piano seguono quattro Cluster territoriali: A (le più importanti 15 città), B (1.120 comuni, di cui molti del Sud), C (2.650 comuni) e D (4.300). La fibra ottica a 100 Megabit (Ftth, fino a casa/ufficio) al 2020 toccherà tutto il Cluster A e buona parte del B (tutto, se gli operatori decideranno di fare adeguati investimenti). Nel Cluster C il piano prevede di usare in prevalenza fibra ottica fino al palazzo (Fttb): questo è un elemento nuovo, che si trova solo nell’ultimissima versione del piano (pubblicata mercoledì scorso). Fttc (fibra fino agli armadi) a 30 Megabit sarà usata soprattutto nel cluster D e nel 2018 (si legge nel piano) le tecnologie di vectoring e G-Fast potranno garantire un upgrade a 100 Megabit sulla stessa rete Fttc. Fin qui la suddivisione del piano.
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«Prevediamo però – dice Lehnus – che alcuni distretti industriali del Centro-Nord faranno eccezione. Anche se il comune di riferimento è nel Cluster C, nei bandi noi li potremmo considerare nel Cluster B data la loro importanza».
Potranno insomma ricevere una migliore copertura in fibra anche se lontani da grandi centri.
Meno rame e più fibra
I fondi pubblici potranno servire anche a incentivare le aziende (così come le famiglie) ad abbandonare il rame in favore delle reti in fibra. Il piano infatti prevede anche voucher (al momento non quantificati, mentre in una precedente versione del piano si parlava di 1,7 miliardi di euro) con cui l’azienda o l’utente potrà pagare la connessione in fibra allo stesso prezzo dell’ADSL.
Un altro modo con cui il Governo aiuterà le aziende in questo percorso è con il meccanismo di aggregazione della domanda, che nel piano ha un capitolo a parte.
«In sostanza Infratel chiederà alle aziende di esprimere la propria volontà di essere coperte dalla fibra ottica, tramite un sito web che stiamo predisponendo». «Al momento di fare un bando in quella zona, contatteremo tutte le aziende che hanno dichiarato questa volontà e chiederemo loro di confermarla in forma di pre-contratto. Il bando successivo potrà quindi assicurare agli operatori che in quelle aree c’è un certo livello di aziende già interessate a comprare la connessione».
Anche questo è un incentivo a investire nelle nuove reti.
Per approfondimenti: Governo – Piano Banda ultra larga