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Dati in cloud a norma: il caso Cynny Space

di Anna Fabi

Pubblicato 27 Febbraio 2017
Aggiornato 19 Gennaio 2018 12:48

Custodire dati in cloud in conformità con le nuove direttive UE: cosa chiedere al provider e come adeguarsi ai nuovi standard sulla protezione dei dati.

Fino a qualche tempo fa le aziende erano restie ad esternalizzare i propri dati. Oggi non è più cosi perché i provider in cloud propongono servizi facilmente accessibili e all’altezza delle necessità dei propri clienti. Quando si pensa all’affidabilità di un player in ambito cloud ormai si tengono in considerazione tre parametri fondamentali:

  • che il fornitore gestisca nel modo più efficiente i dati in cloud, facendo uso delle nuove tecnologie nel modo più adeguato,
  • che il servizio proposto sia trasparente a livello di costi, un pay-as-you-go senza soglie e costi nascosti,
  • che il fornitore di riferimento sia europeo per la salvaguardia dei propri dati.

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Il 6 Ottobre 2015 la Corte di Giustizia Europea ha decretato che il protocollo di trasferimento dei dati Safe Harbor 1 viola le leggi dell’UE. Attraverso questa decisione, i clienti di società e organizzazioni non europee non conformi con il General Data Protection Regulation (GDPR) dovranno migrare i loro dati verso provider che siano in linea con le regole imposte dal GDPR.

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Il periodo di transizione scadrà il 25 Maggio 2018, a partire dal quale i dati archiviati con provider non in linea con le nuove norme dovranno essere migrati causando perdita di tempo e di denaro. Le organizzazioni che non si adatteranno alle nuove regole imposte dall’Unione Europea possono incorrere in multe fino al 4% del loro fatturato annuale.

Molte aziende stanno, quindi, investendo nell’Europa e nell’Italia, per poter affrontare i competitor di oltre Oceano che queste garanzie non possono darle. Cynny Space è una di queste aziende, nata 100% europea, che oggi inizia ad erogare i propri servizi di cloud object storage da due nuovi data center situati in Italia, uno a Bologna presso Retelit e l’altro a Ravenna presso iNebula del Gruppo Itway, che vanno ad aggiungersi al data center francese di Lille. Si tratta quindi di un doppio vantaggio:

  • a livello europeo, vuol dire che i dati dei clienti  sono conservati in UE in base alle regole europee, conformi alle norme della (GDPR)
  • a livello italiano, vuol dire far fronte alla richiesta di velocità nella fruizione dei dati dei clienti.

Per non parlare dei vantaggi legati alla ridondanza, alla possibilità di preparare piani di disaster recovery nonché di erogare servizi attraverso due distinti data center in Italia: questo consente all’azienda di fornire un servizio di ridondanza geografica anche all’interno del territorio italiano. Andrea Marchi, CEO di Cynny Space si è espresso in merito alla questione:

“Personalmente riteniamo che le regole comunitarie costituiscano un incentivo a non rivolgersi a provider extra europei; il nostro impegno infatti è quello di localizzare i dati dei nostri clienti all’interno dell’Unione Europea per garantire la privacy e seguire le leggi europee in merito e crediamo che questa regolamentazione diventerà sempre più stringente. Abbiamo deciso di investire ulteriormente sull’Italia in quanto crediamo fermamente sia in atto un  concreto processo di digitalizzazione che sta spingendo ad un’adozione sempre più elevata delle tecnologie cloud. Anche in base ai feedback dei nostri clienti, abbiamo capito quanto sia fondamentale per molti di loro poter custodire i dati nel proprio paese”.