Il 17 gennaio 2024, TIM ha ricevuto dal Governo il “via libera con prescrizioni” alla vendita della sua infrastruttura di rete fissa (gestita da NetCo) a KKR (fondo infrastrutturale statunitense). La cessione dovrebbe permettere di offrire servizi meno vincolati dalle regole nazionali.
Tradotto: più libertà nei prezzi applicati ai clienti e nella composizione delle offerte nel mercato domestico.
Rete TIM: vendita ma sotto controllo di Stato
La cessione degli asset NetCo ad Optics BidCo, società controllata da KKR, è prevista per la prossima estate. Il ramo d’azienda comprende l’infrastruttura di rete fissa e gli immobili di pertinenza, coinvolgendo 20mila addetti, di cui 19mila lavorano in ambito Wholesale & Network e 900 sono dipendenti TIM.
L’autorizzazione è stata formalizzata da parte del Consiglio dei Ministri. La vendita si colloca nell’ambito della nuova normativa Golden Power, ossia del meccanismo attraverso il quale il Governo può esercitare un controllo su operazioni aziendali che coinvolgono settori strategici, al fine di proteggere gli interessi nazionali.
Nel caso di TIM, sono state stabilite condizioni da rispettare nel corso dell’operazione ed impegni specifici per proteggere gli interessi nazionali e strategici collegati all’operazione di vendita.
Tecnicamente, la cessione riguarda NetCo, ossia la società che gestisce la rete primaria, le attività wholesale e Telenergia, inclusa FiberCop, che gestisce invece la rete secondaria. A margine dell’autorizzazione di Stato all’operazione:
si prevede un ruolo del Governo nella definizione delle scelte strategiche, vengono assicurati tutti i presidi essenziali e garantita la supervisione allo Stato di tutti gli aspetti inerenti la sicurezza, la difesa e la strategicità della rete e dei relativi asset.
Cosa cambia per i clienti TIM
L’operatore TIM avrà più libertà nella composizione dei bundle di offerta, ad esempio potrà proporre fissi e mobili in un’unica proposta commerciale.
In questo modo, ad esempio, potrebbero scendere i costi della fibra di TIM, che ad oggi sono leggermente più alti di concorrenti come Open Fiber. Con la vendita, infatti, viene meno il vincolo sulla replicabilità dell’offerta, che finora aveva limitato l’operatore in quanto ex monopolista.
In generale, la separazione tra servizi e rete comporterà la definizione di nuovi equilibri di mercato a beneficio della competitività nel settore TLC.