«Prima di febbraio, quando si parlava di intelligenza artificiale e di nuove tecnologie digitali ci si chiedeva per prima se avrebbero tolto o aggiunto posti di lavoro. Adesso siamo entrati in una fase diversa: ci chiediamo quale esperienza vogliamo dare a chi lavora, e come rendere strutturale un’esperienza che, ahimè, è stata guidata dalla pandemia, e che riguarda l’innovazione tecnologica, ma anche organizzativa e di leadership». Agostino Santoni, country manager di Cisco Italia, intervistato da PMI.it a margine dello StartupItalia Open Summit 2020, propone una considerazione che riassume l’importanza della nuova sfida dettata dalla “nuova normalità” per le imprese.
I cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, insomma, sono, almeno in parte strutturali. Fra l’altro, Cisco in proposito ha condotto una survey a livello internazionale, da cui emerge che la stragrande maggioranza dei lavoratori che ha sperimentato in questi mesi lo smart working ha sviluppato precise aspettative relative al lavoro del futuro: l’87% dei lavoratori vogliono maggiore autonomia nella definizione di come e quando usare l’ufficio fisico, e sul coordinamento fra lavoro a distanza e in presenza.
«Le persone vogliono scegliere dove lavorare, se da casa o in ufficio – sintetizza Santoni -. E in ufficio, vogliono un ambiente inclusivo. Che, in effetti, deve armonizzare il lavoro di chi è in presenza con quello di chi, invece, non è fisicamente in ufficio». Questa è anche un po’ la mission di Cisco, spiega il country manager: alimentare un futuro inclusivo per tutti. E, sempre grazie alla forte accelerazione che il Covid ha impresso sul fronte dell’adeguamento tecnologico, è un tema di forte interesse anche per le imprese, che ripensano che tipo di esperienza dare ai dipendenti.
Dunque, innanzitutto una nuova consapevolezza sul rapporto fra tecnologie digitali e mondo del lavoro, che entra nella vita quotidiana delle persone e delle imprese. Da qui, nuove richieste che le imprese presentano ai fornitori di tecnologia. «Rileviamo che innanzitutto vogliono piattaforme semplici, ad esempio per le videoconferenze e il lavoro da remoto, e prestano una grande attenzione alla sicurezza».
Semplicità d’uso e cybersecurity dunque sono due temi che emergono, in quanto fattori abilitanti di una maggior resilienza della propria attività. «Due grandi trend del momento, spiega Santoni, il primo che mette al centro strumenti di collaborazione, il secondo che si concentra sulla sicurezza perché il digitale è pervasivo». Fra l’altro, durante la pandemia sono aumentati gli attacchi informatici, soprattutto nella sanità e verso le PMI. In ogni caso, il nuovo paradigma del lavoro rende fondamentale la resilienza delle reti.
Attenzione: in questo contesto si pongono sfide legate alla connettività ma anche all’automazione del funzionamento delle reti. «E’ un tema fondamentale, perché non parliamo solo delle reti classiche degli operatori di TLC ma dell’intero “sistema nervoso” e digitale dell’Italia. Reti elettriche, trasporto gas, che devono avere caratteristiche precise. Questa è innanzitutto una sfida per il Paese», che deve dotarsi di infrastrutture adeguate «ma è una sfida anche per noi, che vendiamo le tecnologie. Ad esempio, penso a un progetto Safe Web con TIM, che rende più sicure migliaia di piccole imprese grazie a servizi nuovi».
Un altro paradigma importante: la digitalizzazione deve essere completa, abbracciando tutti i processi aziendali. «Anche i più scettici sull’ecommerce, ad esempio, hanno dovuto imparare tutto in fretta. In alcuni settori particolarmente colpiti dalla crisi, come il food, è diventato fondamentale il delivery sul web». E c’è stata una grande spinta anche su altri fronti. Il tema è: visto che non si può viaggiare, è fondamentale ricreare l’esperienza digitale.
L’accelerazione ha riguardato sia chi prima era scettico, sia coloro che invece avevano già le tecnologie, con stimoli ad essere sempre più efficaci. «Ad esempio, la collaborazione con una startup italiana, Naumachia, ha consentito a European House Ambrosetti, di organizzare il tradizionale evento di inizio settembre a Cernobbio in modalità ibrida, con relatori di tutto il mondo collegati virtualmente. Oppure, pensando al mondo della moda, Ferragamo ha organizzato online la sfilata per i buyers di tutto il mondo».
Come decliniamo tutto questo nel futuro? «Una delle aree che, a livello Paese, non siamo riusciti a migliorare è la produttività. Quindi, adesso dobbiamo chiederci: come possiamo migliorare la produttività usando l’esperienza di questi mesi. Flessibilità delle persone, migliori ritorni, ambiente di lavoro inclusivo.
Infine, l’aspetto culturale. Il sopra citato report Cisco sul futuro del lavoro, mette in luce tre aspetti: connettività, tecnologie di collaborazione avanzate e cultura aziendale consapevole. Anche sul fronte delle nuove competenze.
La vision di Santoni per il 2021? «Il mio sogno è aggiornare il sistema operativo del Paese. Tre i focus fondamentali: come il digitale può aiutare il piano Next Generation EU e la manovra di bilancio italiana, attenzione al green (anche qui, con declinazione digitali, quindi come le tecnologie possono fare diventare il Paese più sostenibile e circolare), e infine l’aspetto sociale, che è una leva per aiutare la trasformazione del paese. L’augurio, è che come paese impariamo a ripensare i processi approvativi nell’utilizzo dei fondi europei». Meno burocrazia, più agilità, per cogliere a pieno l’opportunità che si presenta con il piano europeo.