Una soluzione disegnata ed implementata ad hoc, personalizzata, che propone non una sola tipologia di ambiente, ma un insieme complesso di ambienti IT con caratteristiche e peculiarità distinte per soddisfare le specifiche esigenze.
È questo il concept del nuovo progetto di Aruba Enterprise, scelta da Sisal per esternalizzare le proprie infrastrutture IT attraverso una soluzione ibrida di cloud dedicato e colocation all’interno di cage privati, così da potenziare la ridondanza complessiva del sistema.
La soluzione consiste, infatti, in un’infrastruttura ibrida completamente ridondata in due Data Center di proprietà di Aruba presenti sul territorio nazionale, il DC IT3 situato a Ponte San Pietro in provincia di Bergamo, il data center campus più grande d’Italia, e il DC IT1 ad Arezzo.
Nello specifico, tutti i servizi di Sisal relativi all’ambito del gaming sono in corso di migrazione su infrastrutture di cloud dedicato presenti nei due data center di Aruba: i siti sono entrambi di produzione, in quanto i servizi sono erogati in modalità “active-active”, massimizzando così la resilienza e sfruttando in modo ottimale la capacità elaborativa delle infrastrutture.
A ciò si aggiunge poi il servizio di colocation fornito attraverso l’utilizzo di cage privati, dedicati ad ulteriori applicativi e servizi di Sisal che devono essere conformi a diversi livelli di sicurezza e di protezione.
La complessità del progetto è relativa sia all’enorme valenza del business di Sisal, e quindi all’imponente infrastruttura necessaria all’erogazione dei servizi, sia al fatto che, essendo una realtà del settore gaming, deve soddisfare requisiti specifici molto stringenti (tra cui fondamentale è l’utilizzo di Data Center certificati Rating 4).
“Proporre, come fatto con Sisal, una soluzione ibrida significa avere a che fare con ambienti IT differenti ed eterogenei – ha spiegato Giorgio Girelli, General Manager di Aruba Enterprise – Questo porta intrinsecamente delle complicazioni in quanto implica saper gestire aree e tecnologie diverse e la sicurezza delle stesse in un contesto “aperto” – in parte su cloud privato, in parte su cloud pubblico, in parte in colocation – con eventuali integrazioni di ulteriori servizi in cloud, quali ad esempio i Trust Services di firma e conservazione, fondamentali in alcuni processi della stessa Sisal.”
“Per Sisal garantire la massima sicurezza dei dati è da sempre un elemento centrale della strategia ITC su cui vogliamo continuare ad investire – ha continuato Mario Martinelli, Chief Information Officer di Sisal – In questo momento di forte espansione dell’azienda, anche in mercati internazionali, abbiamo sentito l’esigenza di trovare un modello capace di adattarsi al cambiamento, garantendo scalabilità, flessibilità delle attività progettuali e con i più elevati standard di information security”.