Dal prossimo dicembre, in seguito alla pubblicazione del decreto MiSE – MEF, previsto in Gazzetta Ufficiale nei prossimi giorni, partirà il Bonus TV 4.0: lo ha anticipato il sottosegretario allo Sviluppo Economico, Mirella Liuzzi, a margine del primo incontro sulla transizione del sistema radiotelevisivo. Ma c’è di più:
è nostro obiettivo incrementare gli attuali 151 milioni di euro richiedendo un nuovo finanziamento della misura per allargare la platea dei cittadini ammessi ad usufruire del contributo.
Le emittenti televisive, come noto, dovranno lasciare spazio al 5G, cioè alle reti mobili ultraveloci di nuova generazione che ci consentiranno mirabolanti attività, più rapidità nella connessione e latenza ridotta. Per questo, entro il 2022 dovranno liberare le frequenze 700 Mhz, adottando un nuovo codec di compressione per i loro contenuti, impossibile da decodificare per i televisori più vecchi.
Nel dettaglio, dal 2022 tutte le trasmissioni passeranno al nuovo standard Dvb-t2 (Digital Video Broadcasting-Terrestrial 2, seconda generazione del digitale terrestre che nel 2012 ha sostituito le trasmissioni analogiche) con codifica Hevc, più efficiente della Mpeg-4, per altro l’unica utilizzata dal prossimo gennaio 2020, a sua volta in sostituzione della Mpeg-2.
Primo step: Mpeg-4 nel 2020
I televisori italiani in commercio da un decennio incorporano già i decoder Mpeg-4 (quelli dell’algoritmo di compressione dei video su internet) ma, secondo il Ministero dello Sviluppo Economico, ce ne sono ancora ben 10 milioni fermi al vetusto Mpeg-2, roba da Dvd.
Questi 10 milioni di apparecchi televisivi si dovranno modificare con un decoder ad hoc (piuttosto economico), ma vista la roadmap tanto vale guardare alla scadenza successiva e mettere in cantiere l’acquisto di una nuova tv.
In ogni caso, per capire se la propria supporta o meno Mpeg-4 basta sintonizzarsi sui canali HD del digitale terrestre, dal numero 501 in poi. Se non li vediamo, vuol dire che il televisore è vecchio e inchiodato all’Mpeg-2; andrà modificato o sostituito già dal 2020.
Nel 2022 tutti Dvb-t2
Entro quella data dovrà avvenire lo “switch off” reale: tutte le trasmissioni passeranno al nuovo digitale terrestre. E a questo punto saranno decine di milioni gli italiani potenzialmente interessati. Il codec Hevc renderà più efficienti le trasmissioni, risparmierà banda da dedicare al cosiddetto Internet delle Cose (IoT) ma soprattutto consentirà definizione 4K per praticamente tutti i canali (supportando anche l’8K del futuro).
Anche Netflix e altre piattaforme di streaming online, ormai accessibili dagli smart tv ma anche dai televisori più vecchi tramite dongle come Chromecast 3, dovrebbero passare a quella tecnologia, riuscendo così di distribuire titoli in UltraHD anche a chi non disponga di una connessione eccellente.
Televisori oggi: pre e post 2017
Ci sono due notizie: una buona e una cattiva. Quella buona è che da gennaio 2017 tutti i televisori in commercio integrano le due tecnologie, sono dunque già pronti al passaggio definitivo che inizierà il prossimo novembre 2019 e, con un calendario organizzato regione per regione, si concluderà nel luglio 2022.
Chi ha comprato il televisore dopo quella data è già pronto. I precedenti modelli andranno invece verificati con attenzione, per capire se supportino Dvbt-2 ed Hevc o se possano essere aggiornati da remoto. In caso doppiamente negativo non rimarrà – in un déjà-vu di qualche anno fa – che utilizzare un decoder o acquistare un televisore nuovo di zecca.
Il periodo di transizione
Sarà biennale, cioè 2020 e 2021: le tecnologie attuali e quelle più recenti, vecchi e nuovi codec, continueranno a funzionare in contemporanea. Fino al graduale spegnimento del primo digitale terrestre nei primi mesi del 2022 a favore del secondo standard, con tempi differenti a seconda delle regioni.
Gli incentivi: a chi spettano
Come nel 2012, quando due milioni di famiglie usufruirono di un contributo statale per la “morte” dell’analogico e la nascita del digitale terrestre, ci sarà anche questa volta un aiuto. Al momento le modalità sono in fase di consultazione pubblica ma le linee guida sono già piuttosto chiare.
Gli incentivi per l’acquisto di decoder e tv fanno leva, ad oggi, sui 151 milioni di euro stanziati nella legge di bilancio del 2019, per il momento riservati ai cittadini il cui ISEE rientri nella fascia 1 o 2. In alter parole, per coloro – solo un componente per famiglia – che percepiscono redditi fino a 10.632,94 euro (prima fascia) o 21.256,87 (seconda fascia). L’altro requisito è la residenza in Italia. Secondo le stime sarebbero tre milioni di persone.
Gli incentivi: a quanto ammontano
Si tratta, almeno per il momento, di 50 euro per un singolo televisore e per un solo componente del nucleo familiare. Un voucher equivalente a 50 euro di sconto applicato dai rivenditori accreditati, che scaleranno dall’importo comprensivo di IVA la parte coperta dal contributo statale e potranno poi vantare un credito d’imposta da segnalare in dichiarazione.
Insomma, un contributo quasi irrisorio per i televisori, mentre i decoder potrebbero essere quasi completamente coperti.
Come fare richiesta dell’incentivo?
A giorni sarà emanato il decreto interministeriale (del MiSE e del MEF) che stabilità più approfonditamente i criteri d’accesso e gli adempimenti per richiedere lo sconto d’autunno.
Probabilmente occorrerà una dichiarazione sostitutiva in cui gli utenti attestino che il loro nucleo familiare rientra nella prima o seconda fascia dell’indicatore della situazione economica equivalente e che nessun altro componente del nucleo abbia già usufruito del bonus.
Tecnicamente si tratterà di uno sconto al momento dell’acquisto, convertito dal negoziante in un credito d’imposta.