Il 2019 è un anno importante per Aruba.it, protagonista dell’IT made in Italy e storico partner delle aziende di ogni dimensione, con un ruolo che si è evoluto nel tempo e che oggi più che mai risulta strategico, collocandosi in quell’imprescindibile percorso di trasformazione digitale che necessita sempre più spesso di servizi personalizzati, basate su un’ampia rosa di tecnologie e soluzioni.
Una strada intrapresa anche e soprattutto dalle aziende pubbliche, alle quali Aruba si rivolge con una divisione dedicata, Aruba Enterprise, la cui mission è proprio quella di porsi al fianco delle amministrazioni e delle grandi organizzazioni (multinazionali, banche, hyperscale cloud provider…) per progettare e implementare soluzioni avanzate e personalizzate in ambito Data Center, Cloud e Trust Services.
Un’attività portata avanti da oltre dieci anni e che nel 2019 Aruba ha deciso di presentare con uno specifico brand, volto a fungere da punto di riferimento per aziende pubbliche e interlocutori istituzionali, facenti capo ad un team specializzato nella realizzazione di progetti complessi, che rispondono a specifiche necessità e che si poggiano su infrastrutture performanti, certificate e dislocate su tutto il territorio nazionale.
E quale vetrina migliore del Forum PA (14-16 maggio, Roma Convention Center “La Nuvola”) per presentare ed approfondire la propria offerta dedicata agli enti e alle amministrazioni alle prese con la digitalizzazione di processi e servizi pubblici?
Il primo bilancio per Aruba Enterprise, che abbiamo incontrato al Salone, è senza dubbio positivo, sempre più accreditato come player leader in Italia per l’erogazione di servizi chiavi in mano. Come ci ha raccontato Gabriele Sposato, Direttore Marketing Aruba, i primi riscontri dal mercato testimoniano una piena riconoscibilità del brand dedicato, che restituisce valore al lavoro di un team di oltre 200 persone che operano su una linea dedicata, esclusivamente in ottica di personalizzazione della soluzione offerta e con un approccio fortemente votato alla consulenza.
In ambito Trust Services, poi, come ci ha raccontato Andrea Sassetti, Direttore dei Servizi di Certificazione di Aruba, il servizio attualmente più richiesto in ambito Enterprise è quello di firma, in particolare la gestione del workflow di firma (remota o automatica massiva) all’interno di processi nuovi o già in essere. E poi ancora, conservazione sostitutiva e fatturazione elettronica (anche presso i system integrator). Le chiavi del successo per le soluzioni Aruba?
Lavorare molto sulla user experience e la semplicità di integrazione.
Nell’edizione 2019 del Forum PA, Aruba “debutta” in veste di Cloud Service Provider per la PA certificato AgID, qualifica ufficializzata a marzo e rilasciata ai soli operatori che hanno i requisiti per operare sul marketplace AgID, offrendo dunque alla Pubblica Amministrazione servizi PaaS, IaaS e SaaS in ambito Cloud.
Ne abbiamo parlato con Daniele Migliorini, Responsabile Presale Cloud e Data Center di Aruba, che ci ha meglio contestualizzato l’offerta di Cloud qualificato per la PA nello scenario di riferimento.
L’ente pubblico, infatti, che oggi è chiamato ad approcciare il Cloud, dal primo aprile 2019 deve necessariamente rispettare determinati standard di sicurezza, prestazioni, qualità ed omogeneità del servizio, tutti garantiti dalla qualifica di Cloud Service Provider certificato AgID, senza la quale non è possibile operare sul relativo marketplace.
Ebbene, Aruba è stato il primo provider italiano ad ottenere la qualifica di CSP di tipo C, che permette non soltanto di offrire servizi diretti alla PA ma anche di erogarli a soggetti privati, che a loro volta vogliono qualificare i loro prodotti per la Pubblica Amministrazione.
In particolare, Aruba propone il Virtual Private Cloud, servizio IaaS di livello Enterprise con caratteristiche chiare e costi noti (e bolletta fissa!) attraverso il quale un ente pubblico può spostare in Cloud tutta la sua infrastruttura e gestirla in piena autonomia, attraverso un proprio pannello di controllo. Con la stessa semplicità, potrà scegliere di abbinare un servizio di Cloud Backup (soluzione SaaS self-service e multipiattaforma) di tutti i propri dati. O ancora quello di Disaster Recovery (obbligatorio per essere conformi al GDPR), scegliendo il proprio Data Center fra tutti quelli Aruba (localizzati in Italia o Europa), acquistando quindi risorse e creando repliche, in modo da ripristinare l’intero database (all’occorrenza) con un semplice click.
Per fare qualche esempio pratico di applicazione guardando ai clienti Aruba, si possono citare le Università (come quella di Camerino) o anche quei soggetti privati che realizzano i registri elettronici verso le scuole, che necessitano di certificazione e che per questo si appoggiano a infrastrutture qualificate, come quella Aruba.
Dunque, Aruba non è soltanto un fornitore diretto ma anche un partner per le aziende fornitrici della Pubblica Amministrazione, nonché un consulente chiamato ad offrire il suo contributo nel processo di digitalizzazione della PA, anche nel definire linee guida e modelli replicabili nelle diverse realtà.
In questa ottica, una progetto davvero importante è quello che vede Aruba – insieme ai partner Gmed ed EOS Reply – vincitore della gara per la fornitura di una soluzione di conservazione digitale a norma del fascicolo sanitario nella Regione Lombardia (stazione appaltante è LISPA – Lombardia Informatica).
Ne abbiamo parlato con Stefano Sordi (Head of Sales & Marketing, Aruba) e Pier Damiano Spagnolini (EOS Reply), che ci hanno spiegato come la RTI (Aruba, Gmed ed EOS Reply) farà convergere i dati clinici e sanitari presenti nei repository di ben 49 aziende locali, occupandosi della realizzazione di una infrastruttura dedicata (su cui convergeranno anche i nuovi dati), del trasporto dei dati già esistenti (compreso il regresso) e della conservazione degli stessi a norma. Uno degli obiettivi è stato anche individuare e normalizzare le diverse tipologie di dati, tra sanitari e amministrativi, per dare loro uniformità e quindi interoperabilità. Come ha infatti spiegato Mirko Giulianini, CEO di Gmed, che si è occupata di questa parte del progetto:
la sfida è stata quella di rendere i dati interoperabili tra diversi sistemi a confronto.
Si tratta dunque di un progetto complesso, in cui gli aspetti di sicurezza e privacy sono fondamentali e richiedono requisiti tecnici e qualificazioni stringenti. Che la RTI è stata in grado di soddisfare.
Anche in questo senso, il progetto stesso potrà rappresentare un modello replicabile. Ed Aruba si pone come first moover della trasformazione digitale della PA, che, come ci ha spiegato Stefano Sordi:
presuppone un binomio di valori e principi: il know-how tecnologico e la relazione di partnership con la PA.
Il progetto è già operativo, con la prima azienda portata sull’infrastruttura unica già entro maggio. Come ci ha spiegato Pier Damiano Spagnolini, infatti, sarà realizzato anche un service portal ad uso dell’utente finale, che consentirà di:
abbattere tempi e costi di gestione, garantire sicurezza del dato, attuare una semplificazione burocratica senza precedenti.
Un risultato frutto di un mix di digitale, tecnologia e relazioni efficaci, all’insegna della formula della complementarietà di competenze. Il tutto sotto il cappello di una RTI 100% made in Italy, anche in termini di localizzazione geografica (di sicuro un aspetto “tranquillizzante” quando si lavora con la PA).
In questo scenario, anche l’apertura per i primi del 2021 del nuovo Hyper Cloud Data Center di Roma, che andrà a completare la rete nazionale di Data Center proprietari di Aruba, rappresenta un tassello strategico.
Infrastruttura di ultima generazione all’interno del Tecnopolo Tiburtino – con un investimento IT su Roma che già di per sé è un bel messaggio per gli operatori del territorio – sarà collegato alle principali dorsali Internet e dotato di interconnessioni multiple con i data center di Arezzo e il Global Cloud Data Center di Ponte San Pietro (BG), “strizzando l’occhio” alle aziende e pubbliche amministrazioni del Centro Sud. Il nuovo Hyper Cloud Data Center mira dunque a intercettare i grandi progetti della PA e le grandi aziende private e di fatto la risposta del mercato è positiva, con le prime prenotazioni già incamerate.
Anche con Aruba Enterprise e la nuova qualifica di CSP, Aruba sta quindi compiendo un percorso che si vede sempre più al fianco della PA a più livelli, con soluzioni e progetti di dematerializzazione dei processi, in particolare di firma (digitale, remota, grafometrica), soluzioni per il trasporto dei documenti attraverso un sistema certificato (PEC) e servizi per la loro conservazione a norma. Come sottolinea Stefano Sordi:
stiamo assistendo alla comunione di più livelli di servizio, che oggi stiamo rendendo interoperabili.
Soluzioni di cui la PA è “affamata” anche in ottica di risparmio. Con i servizi di PEC a firma digitale forniti da Aruba PEC, giusto per fare un esempio, l’ARPAT sta risparmiando 100mila euro l’anno.