Due settimane fa, alla partenza di questo blog, il mio collega Marco parlava giustamente delle problematiche relative alla copertura delle connessioni wireless, e proponeva un paio di soluzioni possibili per superare inaspettate empasse.
Io invece vorrei partire da un approccio un po’ diverso, che non prenda in considerazione il come risolvere i problemi una volta che si presentano ma che risalga alla radice, e cerchi di prevenirli.
Spesso infatti si parla di analizzatori di reti wired, cablate, in grado di identificarne possibili malfunzionamenti. Ma con le reti senza fili? In questo caso le anomalie sono più subdole e difficili da scoprire, soggette alle numerose variabili del mezzo trasmissivo (l’etere), come le frequenze già in uso e gli oggetti che ci circondano (metallo, cemento, plastica, legno).
Chi installa reti Wireless, così, scopre talvolta troppo tardi che più della metà dei canali è già occupata, o che la parete di cartongesso o la porta di legno di un piano hanno un'anima in metallo. Sempre che non lo scopra prima il cliente aziendale, sulla sua pelle. Nel primo caso, infatti, non sarà più possibile garantire l'ideale distanza di tre canali tra gli access point o repeater; nel secondo i frame trasmessi in rete saranno frantumati. In entrambi i casi, il risultato sarà uno solo: interferenze che potrebbero provocare misteriosi rallentamenti, o peggio: disconnessioni improvvise.
Ma allora perché, prima di creare una rete wireless, non ci si affida a un tecnico esperto e non si prepara un professionale test di fattibilità ? Magari effettuando una scansione dell'etere con i tools integrati negli apparati, o con un software scanner Wi-Fi. I problemi è meglio prevenirli, che curarli: dopo potrebbe essere troppo difficile, se non impossibile.