La prima edizione di Cerved Next si apre con una dichiarazione d’intenti: è Marco Nespolo, CEO di Cerved Group, a mettere nero su bianco che si tratta di un esperimento, uno sguardo al futuro disegnato dalla Data Revolution. Un punto d’incontro tra addetti ai lavori, realtà imprenditoriali affermate e nuove, autorità, stampa, operatori del Credito e protagonisti del settore IA. Tutti riuniti per immaginare nuove prospettive legate al valore dei dati e al potenziale connesso alla loro analisi.
Una cosa è certa: la Data Revolution ha e avrà sempre più un impatto sulle realtà professionali e istituzionali di ogni tipo, senza distinzioni.
Se l’effetto si può già apprezzare su coloro che hanno avuto modo di attrezzarsi, non tarderà a manifestarsi anche nello spazio delle piccole e medie imprese, che per comprensibili questioni economiche od organizzative ancora non hanno avuto occasione di abbracciare il trend.
Non solo: la raccolta e l’analisi dei dati interessa ogni ramo di una realtà professionale, dalla pianificazione delle strategie di marketing alla comunicazione interna o verso i clienti (acquisiti o futuri), dalla raccolta dei feedback alla definizione del prodotto da portare sul mercato.
Si parla di rivoluzione e non di evoluzione. Il criterio discriminante è da ricercare nella tempistica: si è di fronte a un cambiamento di tipo disruptive, veloce, irreversibile e inarrestabile. Un fenomeno dalla portata globale.
È sufficiente scorrere una delle tante chart dei gruppi che più generano profitti e business nel mondo (Financial Times, Bloomberg, Forbes ecc.) per capire che, laddove fino a un paio di decenni fa primeggiavano i colossi del settore petrolifero o delle quattro ruote, ora trovano posto i protagonisti dell’Hi-Tech e Web, che proprio sulla gestione dei dati hanno costruito e continuano a rafforzare i loro imperi economici.
Da qui nasce ogni riflessione e ogni discussione intavolata a Cerved Next, un’intensa giornata sulla Data Driven Economy, un appuntamento in cui si è parlato di opportunità e rischi, di strumenti e strategie, con un occhio di riguardo alla tutela delle informazioni che è e dev’essere una priorità, poiché i benefici (così come le responsabilità) di questa nuova economia possano essere ripartiti sulla collettività intera.