Non è certamente una novità dell’ultima ora, tuttavia è solo nell’ultimo anno che i servizi di cloud computing sono aumentati esponenzialmente.
I progressi dei sistemi di comunicazione, la riduzione dei costi o comunque la loro scalabilità fanno sì che trasferire i propri dati sulla Nuvola non solo sia fattibile ma anche conveniente.
La domanda è sempre la stessa: al di là di eventuali problemi di sicurezza, è più conveniente per una impresa mantenere i dati in locale o rivolgersi ad un fornitore optando per la migrazione degli stessi sul Cloud?
La questione diventa particolarmente rilevante per le imprese che già dispongono di una solida infrastruttura per l’immagazzinamento di dati e la creazione di copie di sicurezza.
In questo caso, per capire la redditività di un investimento cloud sarà sufficiente sommare il costo di ognuno dei dispositivi hardaware e software di cui si dispone con i costi di manutenzione degli stessi, e dividere il tutto per la quantità di gigabytes che si utilizzano per la conservazione dei dati.
Il risultato ottenuto sarà il “costo di immagazzinamento dati” del sistema che si utilizza. Confrontandolo con il costo di un sistema cloud si potrà così verificare se l’investimento vale la pena.
Ovviamente, e più in generale, è compito di ogni singola impresa realizzare le verifiche per capire quale sistema sia più conveniente. Un’azienda che debba realizzare da zero tutta l’infrastruttura o rinnovarla completamente troverà senza dubbio nel cloud la soluzione economicamente più conveniente; se, invece, si dispone già di infrastrutture il cui costo non è ancora stato del tutto ammortizzato la questione diventa più complicata. E’ importante aggiungere che alcune imprese utilizzano “un sistema misto”, in cui una parte dei dati critici sono replicati nella nube e un’altra parte in una infrastruttura interna.