Il 2011 si è confermato l’anno della corsa al Cloud Computing: le comunicazioni corrono ormai via Web attraverso pc, tablet e dispositivi mobili, e i nostri dati sono gestiti sempre più spesso in remoto dai server. Una svolta in grado di ridurre i costi, aumentare l’efficienza, conquistare altri mercati con innovativi modelli di business e offrire nuove opportunità . E in effetti il mercato Cloud sta crescendo in media del 27% l’anno. Secondo le stime, passerà nel 2014 a 55 miliardi di dollari, rispetto ai 16 registrati nel 2009.
Il Cloud Computing si rivolge anche alle piccole e soprattutto medie imprese, come conferma uno studio di Federico Etro, professore di economia all'università Ca’ Foscari di Venezia. Secondo Etro, l'innovazione fa risparmiare sui costi fissi, trasformandoli in costi operativi e riducendo i vincoli associati alla creazione di nuove aziende.
L’Italia può creare almeno 15.000 nuove imprese grazie al Cloud Computing, in caso di adozione lenta del sistema, e di oltre 81.000, se fosse adottato in modo rapido.
Il settore manifatturiero e quelli del turismo e ristorazione potrebbero beneficiarne molto in termini occupazionali, ma servono accordi internazionali per favorire il flusso senza vincoli di dati, perché i data center sono collocati in Paesi diversi con differenti legislazioni.
Le preoccupazioni sulla sicurezza scatenano ancora polemiche e, di recente, il Garante della Privacy: la nuova tecnologia è così veloce che il legislatore non riesce a starle dietro, denunciando un vuoto normativo che aggrava la carenza di protezione dei dati del cliente, durante il trasferimento sulla banda di rete.
Società del calibro di Google respingono però l’idea di “Far West delle regole”: un server fisico non offre oggi più garanzie di protezione di quelle di un server cloud, il cui modello di business è sempre più gradito anche dalle PA, che hanno già affidato a Google la gestione in remoto dei dati di migliaia di cittadini!