Click day: tecnologia al "disservizio" dell’utente?

di Paolo Sebaste

Pubblicato 19 Gennaio 2011
Aggiornato 12 Febbraio 2018 20:37

logo PMI+ logo PMI+

Potrebbero non bastare le motivazioni comunicate dall’INAIL in merito al black out informatico che ha colpito il sito web dell'Istituto e reso il servizio indisponibile per chiunque. Se infatti il comunicato spiega che il portale dell’INAIL è predisposto per gestire oltre 25mila sessioni di lavoro simultanee ma già  prima dell'avvio erano presenti al nastro di partenza (virtuale) oltre 20mila utenti e considerando che i valori di traffico della giornata sono stati mediamente triplicati rispetto a quelli medi giornalieri sull’intero portale INAIL allora probabilmente, come si usa dire, il difetto sta proprio nel manico. Il click day dell'INAIL per il bando in materia di salute e sicurezza sul lavoro è stata la procedura più adeguata?

Probabilmente è questa la domanda più frequente per gli utenti di una procedura, sempre più in voga per mettere a bando risorse e contributi pubblici ma sempre più contestata per la produzione di una serie di effetti “collaterali” che, nei fatti, rendono l'utilizzo delle nuove tecnologie, in particolare la partecipazione a bandi con invio di domande via web praticamente inutile: aumenta la velocità  del “postino”, aumenta la certezza del “chi tardi arriva male alloggia”, aumentano le possibili cause di contenzioso legate alle caratteristiche ed alla affidabilità  del mezzo con cui si partecipa alla gara ma diminuisce senz'altro la percezione che la tecnologia sia utilizzata al servizio del cliente e dell'utente.

E soprattutto, se qualcosa va storto, l'informatica è una di quelle branche della scienza moderna che si presta ad ogni sorta di scusa plausibile (compreso l'insolito allineamento di pianeti con generazione di apposito campo magnetico che mette fuori uso i sistemi) ed incomprensibile, per i comuni mortali, tanto da risultare la classica messa in latino.

Un'altra domanda abbastanza ricorrente tra chi è costretto a partecipare a simili “gare” riguarda il rapporto quotidiano con le tecnologie: hanno senso gli strumenti messi a disposizione dal web e dall'office automation in un contesto in cui l'operatore è piantato di fronte ad uno schermo, la mano contratta sul mouse o la tastiera , l'occhio fisso in attesa di ricevere il via, la fronte imperlata di sudore… certo qualcuno ci ricorda di quando si facevano le file alle poste ma almeno in coda davanti allo sportello si poteva socializzare col vicino/collega di sventura.

Vinca il migliore è la frase tipica che si pronuncia all'inizio di ogni competizione: ma è valida anche nel caso dei click day? Se la pressione di un “submit” significa sottomettersi o peggio ancora rassegnarsi?