Secondo VMware il futuro degli smartphone è nella virtualizzazione. Srinivas Krishnamurti, dirigente della società , ha spiegato in maniera molto semplice che con la forte evoluzione tecnologica degli attuali telefoni, le piattaforme software ad essi dedicate non devono rimanere chiuse ai programmi realizzati per altri sistemi operativi.
In parole povere, significa che su uno smartphone Windows Mobile sarebbe limitativo non poter disporre di un applicativo pensato per Android, ad esempio, soprattutto se questo programma risulta essere molto valido. E viceversa.
Potrebbe sembrare utopistico, ma proprio di recente su moltissimi portali dedicati alla piattaforma Android è in atto una forte discussione che riguarda il malessere degli sviluppatori nei confronti della piattaforma di sviluppo del sistema operativo targato Google.
Si contesta non solo un SDK (il kit di sviluppo) approssimativo, ma sopratutto le eccessive varianti hardware dei dispositivi Android. Come dire che gli smartphone che montano questo S.O. presentano tra loro troppe differenze hardware e software per permettere di realizzare un programma che possa andare bene per tutti.
Ecco che la virtualizzazione per dispositivi mobili potrebbe quindi cadere a fagiolo. La cosa che accomuna tutti gli smartphone di ultima generazione è l’hardware sovradimensionato e dunque sarebbe facile implementare un’applicazione che avvii programmi in ambienti virtualizzati.
A questo punto su Android (ma non solo) potrebbero girare moltissime tipologie di programmi e gli sviluppatori avrebbero sicuramente vita più facile…
VMware in genere si pone un passo avanti, proponendo soluzioni innovative. Speriamo accada ancora, e che il fiorente mercato della virtualizzazione trovi presto un vero sbocco reale anche se VMware stessa ha detto che ci vorranno non meno di 2-3 anni…