NAS e SAN, strategie di storage remoto: quale scegliere?

di Marco Mattioli

9 Gennaio 2008 12:50

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Nel corso degli ultimi anni l’archiviazione dei dati in ambito aziendale ha assunto sempre maggiore importanza, comportando una rapida evoluzione nelle soluzioni disponibili.

Si è così passati da sistemi Direct Attached Storage (DAS) basati su componenti di archiviazione di massa locali e dedicati sopratutto alle piccole realtà , a sistemi di storage network distribuiti e implementati per utenze professionali più esigenti.

Tra questi ultimi si possono distinguere principalmente i NAS e i SAN, che pur proponendosi con finalità  comuni si differenziano per alcuni basilari aspetti.

Un apparecchio Network Attached Storage è progettato per esprimersi pressoché unicamente come file server, consentendo agli utenti di usufruire di un determinato spazio di memorizzazione su uno o più dischi fissi all’interno di una rete di computer.

Obiettivo primario è quello di ridurre il carico di lavoro degli altri server aziendali, per riuscire a raggiungere prestazioni elevate.

Sotto l’aspetto hardware è solitamente composto da un array di dischi interconnessi e operanti con interfaccia SCSI o Fibre Channel, tecnologie in grado di offrire ottime efficienze durante il trasferimento dei dati e viene connesso alla LAN aziendale prevalentemente via Ethernet (TCP/IP).

Di fatto un NAS viene concepito con un proprio sistema operativo ottimizzato che può essere sia proprietario che derivante da sistemi operativi standard tipo Windows o Linux, sempre con lo scopo di ottenere il massimo numero di operazioni nell’unità  di tempo.

La Storage Area Network rappresenta invece un’architettura appositamente studiata per collegare dispositivi remoti di archiviazione a server dedicati, facendo apparire le risorse come disponibili localmente. Come protocolli, anche in questo caso si sfruttano principalmente TCP/IP e SCSI.

Apparentemente NAS e SAN potrebbero quindi essere assimilabili, in quanto entrambe tipicamente sfruttano batterie RAID in configurazione di rete, con eventuali soluzioni di backup su nastro.

In una LAN, il Network Attached Storage rappresenta un classico nodo, identificabile univocamente con un indirizzo assegnato ed in grado di dialogare direttamente con i client. Rispetto alla Storage Area Network i dati viaggiano dunque sempre e comunque nella rete locale e non si evita quindi la sovrapposizione di traffico con quello risultante dalle altre attività .

Quale sistema utilizzare? Un’attenta valutazione mi pare debba tenere conto delle effettive necessità  in termini di mole di dati e di produttività , tenendo al tempo stesso ben presente il fattore costi. Implementare un NAS è più semplice e ha ancora oggi costi inferiori rispetto ad una SAN, ragionando non solo in termini di hardware e infrastrutture, ma anche di consulenti tecnici. D’altro canto, mentre i sistemi NAS nascono per target limitati, anche se di ampie dimensioni, i SAN sono teoricamente illimitati e sono scalabili, risultando così più flessibili.

La scelta può comunque essere fatta gradualmente, partendo da una configurazione NAS che potrà  poi eventualmente evolversi ed integrarsi in una SAN, anche per salvaguardare l’investimento iniziale. Per ulteriori approfondimenti consiglio questo sito.