Linee guida siti PA 2011

di Stefano Gorla

15 Settembre 2011 11:00

logo PMI+ logo PMI+
La Pa mette ordine nei suoi siti internet. Con le linee guida, si riducono i siti obsoleti e si sviluppano quelli attivi. Vediamo nel dettaglio cosa prevede il documento.

Dal primo agosto 2011 è disponibile sul sito del Ministero per l’Innovazione e la PA il documento contenente le linee guida per i circa 40.000 siti Internet della PA.

Si tratta di un documento elaborato da un gruppo di lavoro composto da DigitPA, dal Dipartimento per la funzione pubblica (PCM), dal Dipartimento per la digitalizzazione e l’innovazione tecnologica (PCM) e da FormezPA.

Alla sua stesura definitiva si è giunti attraverso una versione preliminare sottoposta ad una fase di consultazione pubblica della durata di due mesi, condotta attraverso un Forum di discussione pubblicato sul sito web del ministero.

L’art. 4 della Direttiva del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione del 26 novembre 2009, n. 8, aveva previsto questo tipo di intervento per raccomandare alle PA criteri e strumenti per la riduzione dei siti web pubblici ormai obsoleti e per lo sviluppo di quelli attivi.

In sintesi le Linee guida sono articolate in 6 capitoli:

  • Il primo Capitolo definisce i destinatari e illustra i riferimenti normativi più rilevanti a partire dalle modifiche introdotte al Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) dal Decreto legislativo n. 235/2010, sino alle novità introdotte dal c.d. “Decreto sviluppo” (Decreto Legge n. 70 del 13 maggio 2011, convertito nella Legge n. 106 del 12 luglio 2011) con il rinvio ai principi generali ai quali devono attenersi le PA nella attuazione degli indirizzi contenuti nella Direttiva n.8/2009.
  • Il secondo Capitolo identifica le azioni da compiere in riferimento alle diverse tipologie di siti web pubblici (istituzionali o tematici).
  • Il terzo Capitolo è dedicato a delineare i passaggi fondamentali del processo di razionalizzazione dei contenuti e di riduzione dei siti web obsoleti.
  • Nel quarto Capitolo viene sottolineata la necessità dell’iscrizione al dominio “.gov.it” per i siti che le PA vogliono mantenere attivi, ai temi dell’accessibilità e alla gestione dei contenuti tramite Content Management System (CMS).
  • Il quinto Capitolo indica criteri e strumenti per il trattamento dei dati e della documentazione pubblica, offrendo esempi di sperimentazioni (es. Italian Open Data Licence – IODL).
  • Il sesto Capitolo illustra orientamenti e principi generali utili a offrire elementi di indirizzo per le PA interessate a confrontarsi sulla customer satisfaction i e il benchmark tra amministrazioni.

Infine con l’Appendice “Contenuti minimi dei siti istituzionali pubblici” e un Vademecum di approfondimento sono descritti in dettaglio un insieme di contenuti minimi per un sito istituzionale pubblico.