«Non deve esserci “il pranzo gratis” per i grandi content providers di Internet come Google, Facebook e Apple». Lo ha dichiarato Franco Bernabè, nella veste di presidente del Gsma (associazione che riunisce gli operatori di telefonia mobile), nel corso di un’intervista.
Bernabè non è nuovo a questo tipo di dichiarazioni. Solo qualche mese fa, infatti, di fronte ai grandi affari che i colossi di Internet riescono a garantirsi grazie a reti sempre più veloci e performanti, l’ad di Telecom Italia aveva detto: «Stiamo parlando delle posizioni dominanti dei fornitori di soluzioni, servizi e applicazioni digitali, spesso localizzati oltreoceano quali Apple con iTunes e l?application store, Google con l?online advertisement, eBay, Skype con il suo unmanaged VoIP, Facebook con il social networking».
Secondo Bernabè, «devono pagare». A suo dire, questi operatori non solo sarebbero in competizione non equilibrata con le imprese nazionali del settore delle telecomunicazioni, ma sottrarrebbero risorse all?erario in quanto pagherebbero le tasse solo sugli utili generati in Italia nonostante siano localizzate fuori confine.
«Oltre a drenare quote crescenti di ricavi ? sottolinea il manager italiano ? stanno assumendo sempre più rapidamente la fisionomia di operatori integrati nel settore delle reti Tlc: basti pensare, ad esempio, che Google non è più un motore di ricerca, ma dispone di una delle reti internazionali più capillari al mondo. Si tratta di fenomeni che vengono messi talvolta in secondo piano rispetto ad altre problematiche».
Anche gli altri operatori di rete ora puntano al vertice previsto dalla Commissione europea per il prossimo mese, che coinvolge dirigenti di società di telecomunicazioni, quali Apple, Facebook e Google. In quella occasione, infatti, tale tematica potrebbe essere affrontata alla luce delle considerazioni di Bernabè.
Un altro argomento di primo piano, che sarà anticipato questa settimana al Mobile World Congress, la conferenza dell’industria della telefonia mobile ospitata proprio dal Gsma a Barcellona, sarà senz’altro quello della neutralità della rete (Net neutrality), che potrebbe ricondurre al tema rilanciato dall’ad di Telecom.
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