Il 12 maggio Bruxelles approverà un piano per rilanciare lo sviluppo della rete, sia nei contenuti che nelle infrastrutture. La Ue corre ai ripari dopo aver constatato che nella top ten delle aziende di maggior successo nel mondo digitale non ce n’è nemmeno una che rappresenti il vecchio continente.
L’Unione arranca anche sulla penetrazione della fibra ottica: finora non è riuscita a garantire a tutti gli europei internet veloce nemmeno sfruttando le line xDSL già esistenti. Al momento è ultima tra i principali paesi del G20 con meno dell’1% di penetrazione della fibra ottica (in Usa è al 2%, in Giappone al 12% e in Corea al 14%).
In realtà “diffusione capillare” e “banda larga” sono due finalità difficilmente perseguibili allo stesso tempo. La prima prevede infatti l’utilizzo delle tecnologie mobili che aiutano sì a garantire la copertura nelle aree dove lo sviluppo delle infrastrutture è più difficile ma, al tempo stesso, limitano la banda ad un valore che non può competere con le linee cablate. La seconda, invece, costringe i governi ad ingenti investimenti che possono essere giustificati solo relativamente ad un’ampia copertura della popolazione.
Anche per quanto riguarda i contenuti, l’Europa deve ancora abbattere qualche muro per costruire un mercato unico e poter fornire la stessa offerta a tutti i cittadini. Si tratta di un problema che esiste per la diffusione online di tutti i contenuti dell’industria creativa protetti da copyright, in tutti quei casi in cui siano stati creati store multimediali.
Per questo, spiega Bruxelles, occorre affrontare il problema dei diritti d’autore, pensando ad un sistema europeo di licenze che semplifichi le regole e salvaguardi allo stesso tempo gli interessi dei proprietari dei contenuti. E la Commissione proporrà una direttiva sulla gestione collettiva dei diritti già l’anno prossimo.