Assoprovider chiede a gran voce una modifica legislativa che renda il mercato delle telecomunicazioni italiano realmente libero. La paura dell’associazione dei provider indipendenti è che a breve, l’eventuale fusione tra il colosso spagnolo Telefonica e Telecom Italia porti ad un pericoloso monopolio di rete ed “etere” in mano straniera.
La regolamentazione necessaria – secondo Assoprovider – dovrebbe riguardare soprattutto le strutture logistiche di supporto come cavidotti, sistemazioni per antenne o edifici per apparati di commutazione ed è da farsi in tempi brevi.
L’associazione propone inoltre la creazione di un “catasto pubblico” delle risorse di telecomunicazione che consenta l’accesso a tali strutture a condizioni non discriminatorie e la cui consultazione sia disponibile in modo gratuito per ogni cittadino.
Qualora si preveda il contributo economico pubblico nelle Tlc da parte di qualsiasi PA (centrale e locale), è importante – sottolinea ancora Assoprovider – che esso non vada ad agevolare un operatore economico a discapito di un altro, ma anzi che sia l’occasione per creare infrastrutture “intermedie” (wholesale) utilizzabili da qualsiasi operatore alle medesime condizioni economiche.
Nei giorni scorsi, il ministro dell’Industria spagnolo Miguel Sebastian è parso però frenare sull’ipotesi di una fusione tra i due gruppi, nonostante il mercato continui a scommettere che sia l’unica opzione praticabile.
L’appuntamento è fissato per giovedì 25 febbraio, quando il consiglio di amministrazione di Telecom Italia alzerà il velo sui conti annuali, ma soprattutto aggiornerà il piano strategico al 2012, che potrebbe prevedere anche uno slittamento di un anno degli obiettivi già indicati.