Dopo l’intervista a Renato Brunetta, in cui il ministro rilanciava gli obiettivi a breve termine circa la diffusione della banda larga in Italia, l’ottimismo sembrava aver contagiato anche i più scettici, ma ora, le dichiarazioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta sullo stesso argomento, hanno riportato tutti con i piedi per terra.
Nello specifico, gli 800 milioni che da luglio attendevano il via libera dal Cipe sono stati “congelati” dal governo: «la crisi ? ha spiegato Letta – ha cambiato l’ordine delle priorità dell?esecutivo».
Quei milioni erano poco più della metà di quelli stanziati per cancellare il digital divide in Italia e consentire ? entro la fine del 2012 ? a tutti i cittadini l?accesso a una banda larga tra i 2 e i 20Mbps.
Pertanto, l’obiettivo di breve termine annunciato prima dell?estate dal viceministro delle Comunicazioni Paolo Romani, dovrà attendere. Stessa sorte per le scadenze del 2010 annunciate da Brunetta insieme all’aumento di banda, nell’intervista di pochi giorni fa.
«L’occupazione ? ha precisato Letta – è la nostra principale preoccupazione. Una volta usciti dalla crisi si potrà riprendere l’ordine della priorità, e la prima sarà la banda larga».
Quando arriveranno gli 800 milioni si sommeranno ad altri 264 milioni già stanziati per la banda larga e a 188 milioni che arriveranno dall?Europa. Il resto, per arrivare al quasi miliardo e mezzo stanziato complessivamente per il problema “digital divide“, dovrebbe arrivare dai privati.
Nella speranza che tutto si risolva per il meglio e che non ci sia bisogno di dirottare i fondi verso altre destinazioni prioritarie, la spesa sarà così ripartita: circa 564 milioni saranno utilizzati per connettere 2.900 centrali in fibra ottica e mille centrali wireless; 161 milioni per ottomila nuove centrali; 747 milioni per bonificare la rete d?accesso.