Viviane Reding, Italia paese in difficoltà

di Giacomo Dotta

27 Ottobre 2009 10:00

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In un'intervista rilasciata per Webnews, Viviane Reding, Commissario Europeo per la Società dei Media e dell'Innovazione, parla di un paese lento e in difficoltà dal punto di vista dell'innovazione

In una intervista a Webnews.it, il Commissario Europeo per la Società dei Media e dell’Innovazione, Viviane Reding, ha risposto ad alcune questioni relative alla tecnologia in Italia ed al rapporto tra tecnologia ed italiani. Il quadro è quello di un paese in difficoltà, lento nel preparare il campo alla Next Generation Network sulla quale dovrà passare il Web di domani.

Il problema che più di ogni altro la Commissione Europea intende sconfiggere è quello del digital divide, così che ogni paese membro possa vantare una copertura tale da garantire a tutti i cittadini parità di condizioni di accesso alle opportunità del Web: «Internet a banda larga è una componente cruciale per l’innovazione. Secondo gli studi sull’ICT è alla base di metà della crescita nella produttività per l’UE. La disponibilità di infrastrutture broadband ad alta velocità è la chiave per trovare nuovi lavori, apprendere nuove capacità, identificare nuovi mercati e tagliare i costi. È essenziale sia per le attività professionali che per i pubblici servizi (scuole, ospedali, uffici governativi). ICT ed in particolare le infrastrutture per la banda larga sono diventati strumenti essenziali per il funzionamento dell’economia moderna. […] La diffusione della banda larga deve essere sviluppata ed espansa ed ho reso una priorità politica la disponibilità del broadband per tutti i cittadini europei entro il 2010 ed un broadband ad alta velocità entro il 2013».

Quest’ultima indicazione appare in linea con quelle che sono state le indicazioni del Ministro Brunetta, dal quale non è però giunta alcuna precisazione concernente le modalità con cui il nostro paese intende raggiungere l’ambizioso obiettivo. Riconosce però la Reding: «L’Italia sta facendo buon uso di questi fondi allocando ad oggi circa 90 milioni specificatamente per la distribuzione del broadband. […] L’Italia ha già portato avanti alcuni obiettivi ambiziosi, incluso l’upgrade al broadband ad alta velocità. La commissione assisterà gli stati membri adottando una Broadband Strategy il prossimo anno per chiudere il gap nella copertura tra i differenti stati». Se poi le singole legislazioni nazionali vorranno portare il broadband all’interno del Servizio Universale, l’UE non porrà freni se non quelli delle attuali normative europee chiedendo che gli eventuali oneri non ricadano sull’utenza, ma siano frutto di una collaborazione tra Stato ed attori del settore.

Relativamente al fermo impegno italiano per la promozione del digitale terrestre, la Reding ha spiegato inoltre: «La commissione ha promosso a lungo un approccio multipiattaforma alla televisione digitale, incoraggiando gli stati membri ad assicurare il miglior rapporto costo/efficacia nel completamento della rete DTV in modo da accelerare il roll-out dei servizi digitali e realizzare uno switch-off dei servizi analogici entro il 2012. Molti stati membri hanno comunque basato le proprie strategie sul digitale terrestre televisivo. Questo offre relativamente pochi canali rispetto al satellite o alle esistenti reti via cavo, ed anche poche possibilità per i canali ad alta definizione, a meno che vengano impiegate le ultime tecnologie quali DVB-T2 e MPEG-4AVC». Il DTV è premiato per la facilità d’uso e per la scarsa onerosità della tecnologia per l’utente finale. Ciò nonostante evidenzia grandi limiti tecnologici e, soprattutto, va a privare altri ambiti di fondi che risulterebbero cruciali. Su questo, però, la Reding non si sente di intervenire: «Come gli stati membri decidano di bilanciare le spese in infrastrutture e promozione della cultura è una scelta loro. Sia avanzate infrastrutture che contenuti interessanti sono ovviamente essenziali».

I numeri provenienti dal Web italiano sono preoccupanti e sono il sintomo primo di una difficoltà congenita che gli scarsi interventi legislativi sembrano più accrescere che non sgonfiare. Per questo un cenno specifico della Reding suona come un monito ultimo alla classe dirigente del nostro paese: «solo il 35% degli italiani usa internet ogni giorno contro una media del 43% in Europa. Nello stesso anno, solo il 17% degli italiani ha letto notizie sui giornali online. Queste cifre indicano che sia meglio evitare ogni misura che possa ostacolare, direttamente o indirettamente, l’uso di Internet in Italia».